Covid 19, la lettera di padre Libanori
Il vescovo ausiliare di Roma scrive ai parroci del suo settore, Roma centro: “Cerchiamo di farci sentire ancora più vicini, se possibile, alle persone che sappiamo bisognose della nostra cura…aderiamo volentieri al desiderio dei fedeli che chiedono la Comunione eucaristica fuori della Messa. Mediante il telefono teniamoci in contatto frequente con i malati, gli anziani e le persone sole e, con le cautele suggerite dalle autorità sanitarie, manteniamo l’abituale servizio e le visite, portando l’Eucaristia a coloro che l’attendono. Se veniamo a sapere di ricoveri nelle Strutture sanitarie, nei modi possibili cerchiamo di stare vicini alle famiglie. Allo stesso modo, attivando i volontari della Caritas, delle Associazioni e quanti offrono la loro disponibilità, cerchiamo di alleviare le difficoltà di coloro che dovendo restare in casa non possono procurarsi ciò di cui hanno bisogno”.
Roma 9 marzo 2020
Festa di S. Francesca Romana
Compatrona di Roma
Ai Parroci
Ai Rettori
A tutti i Sacerdoti del Settore Centro
Carissimi,
stiamo vivendo giorni dominati da un diffuso turbamento. La situazione sanitaria del nostro paese ha indotto le Autorità civili a prendere dei provvedimenti severi per contrastare la diffusione dell’epidemia del Coronavirus e la nostra Chiesa si è doverosamente adeguata, sia pure con dolore, per «la volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica».
Se le circostanze ci inducono a interrompere il servizio del culto non viene meno però la nostra cura pastorale. Questo anzi può diventare un’occasione nella quale trovare modi nuovi per fare sentire la nostra presenza soprattutto a coloro che maggiormente avvertono il peso della situazione.
Cerchiamo di farci sentire ancora più vicini, se possibile, alle persone che sappiamo bisognose della nostra cura pastorale e continuiamo ad essere accoglienti verso coloro che da noi cercano conforto. Al riguardo mi permetto di ricordare cose che so già essere presenti a tutti e per le quali forse potremmo coordinarci maggiormente tra noi scambiandoci, dove necessario, qualche collaborazione.
Usando il rito previsto, aderiamo volentieri al desiderio dei fedeli che chiedono la Comunione eucaristica fuori della Messa. Mediante il telefono teniamoci in contatto frequente con i malati, gli anziani e le persone sole e, con le cautele suggerite dalle autorità sanitarie, manteniamo l’abituale servizio e le visite, portando l’Eucaristia a coloro che l’attendono. Se veniamo a sapere di ricoveri nelle Strutture sanitarie, nei modi possibili cerchiamo di stare vicini alle famiglie. Allo stesso modo, attivando i volontari della Caritas, delle Associazioni e quanti offrono la loro disponibilità, cerchiamo di alleviare le difficoltà di coloro che dovendo restare in casa non possono procurarsi ciò di cui hanno bisogno.
Sono consapevole che questo impegno è da sempre praticato e sta nel cuore dei Pastori, ma penso che in questo momento esso appaia a tutti particolarmente prezioso. Da parte mia ringrazio per l’attenzione generosa che ognuno presta specialmente alle persone che gli sono state affidate facendo sentire con il loro ministero la premura del Signore e la sollecitudine del nostro Vescovo Francesco e del Cardinale Vicario.
Ognuno conosce bene la propria Comunità parrocchiale e sa come meglio rispondere ai bisogni di tutti. Da parte nostra cerchiamo di sentire ora più che mai la particolare importanza del ministero dell’intercessione, per il quale ci siamo impegnati nel giorno in cui abbiamo ricevuto l’imposizione delle mani per il Sacerdozio ministeriale: sostiamo noi dinanzi al Signore a nome di tutti coloro che sono stati affidati alle nostre cure, presentiamogli i bisogni e le speranze della gente e i desideri dei cuori. Chiediamo per tutti una speranza certa, una fede salda una carità schietta. Le Parrocchie dotate di mezzi idonei, li usino per invitare tutti a unirsi spiritualmente dalle proprie case, in un’ora particolare della sera, alla nostra preghiera per la Comunità. Facciamo in modo che quello che vorrebbe dividerci diventi invece un’occasione di più grande unità.
Da parte mia resto a disposizione come so e posso.
Ci raccomandiamo tutti all’intercessione di Maria nostra Madre e di S. Francesca Romana di cui oggi ricorre la festa: chiediamo che la viva percezione del male che ha colpito il Paese e questa nostra Città ci spinga a un vero rinnovamento nel cuore, nella mente, nella vita.
+ Daniele Libanori sj