L’estate di Pietre Vive: campi di servizio e formazione
«Come ci insegnano Abramo o Mosè o molti altri, la vita di ognuno di noi è un vero e proprio pellegrinaggio, e la sfida che Dio ci offre è quella di metterci sempre in cammino ma, ancora di più, ci dona gli altri: il dono di incrociare, veramente e intensamente (anche solo per poco tempo), il cammino di un altro uomo che come te è in ricerca, è assetato di vita, ha i tuoi stessi dubbi e le tue stesse domande è un dono inestimabile che ti arricchisce, ti cambia profondamente e ti dà la forza per rimetterti in cammino, zaino in spalla, verso la meta che è Lui»: a parlare è Saverio Gabrielli, coordinatore del gruppo Pietre Vive di Roma. Ha partecipato al campo di di servizio organizzato da Pietre Vive questa estate a Santiago de Compostela (1-8 agosto).
Santiago: zaino in spalla verso la meta
Il campo estivo di Santiago de Compostela, spiega Saverio, è un campo di servizio che consiste «nell’accogliere i pellegrini da tutto il mondo e chiunque arrivi a Santiago e annunciare loro il Vangelo tramite visite gratuite della Cattedrale, narrando la Bellezza della fede tramite la Bellezza dell’arte e dell’architettura. Quest’anno, nello specifico, noi Pietre Vive siamo stati coinvolti nell’organizzazione e nella partecipazione all’evento del PEJ (Pellegrinaggio Europeo dei Giovani), che si teneva proprio a Santiago».
Un tempo iniziale è stato dedicato alla formazione e allo studio della storia e del patrimonio artistico della città e della magnifica cattedrale; per poi dedicare il restante del tempo ad accogliere giovani pellegrini, insieme ad altri quattrocento volontari.
«Ciò ci ha dato gli strumenti per entrare in relazione, incontrare e conoscere le migliaia di pellegrini provenienti da tutta Europa (e non solo) che proprio lì terminavano il loro cammino, colmi di un’esperienza forte e la voglia di raccontarla e con il grande desiderio di conoscere la storia del cammino e dei suoi significati raccontati dai bassorilievi dei portici della chiesa».
Quello di Santiago non è stato l’unica esperienza estiva. Altri campi si sono tenuti in Grecia (9-17 luglio) e Amsterdam (17-24 luglio I turno, 24-31 luglio II turno). E a ogni campo, o turno, hanno partecipato circa 25 ragazzi provenienti da diversi paesi d’Europa.
Amsterdam: al servizio della Parola
Una ventina di giovani provenienti da tutta Europa si sono ritrovati ad Amsterdam, dal 17 al 31 luglio, per fare un’esperienza di formazione, preghiera e servizio. «Per qualche giorno le Pietre Vive sono state il volto accogliente della comunità di gesuiti che li ha ospitati. Hanno tenuto aperte le porte del De Krijtberg e hanno offerto ai passanti una parola sulle opere d’arte presenti in chiesa», racconta Caterina Bruno, coordinatrice di Pietre Vive a Napoli. «Colpiva la luce del presbiterio, filtrata dalla testimonianza dei santi ritratti nelle vetrate. Qualcuno si è fermato, e la visita è diventata un dialogo tra confessioni diverse, tanti musulmani, ebrei. Resta la bellezza di questi incontri che lasciano passare Luce».
Grecia: portare a compimento
Il campo Pietre Vive in Grecia ha infine voluto studiare il legame tra cultura classica e origini del cristianesimo, mediante lezioni di formazione, momenti di studio individuale, di condivisione in gruppi e visite a significativi siti archeologici. «Un clima di preghiera, personale e comunitaria, ha scandito le giornate, culminate con la messa», racconta Maria Velia Gianfelici, Pietre Vive Bologna. «Oltre le relazioni comunitarie, per me è stato importante toccare con mano come il Cristianesimo sia entrato in contatto con ogni realtà umana, anche quella pagana, portandola a compimento».
“Pietre Vive” è una comunione di comunità giovanili nate per annunciare Gesù Cristo, Bellezza della Chiesa, a coloro che guardano le bellezze delle chiese. Attraverso l’accoglienza, la preghiera e le visite guidate gratuite le “Pietre Vive” annunciano il Vangelo come quel “Invisibile nel visibile” che l’arte rivela. Esse fanno sperimentare lo spazio sacro cristiano come luogo dell’incontro con Dio.