Il JSN compie 20 anni e va in udienza dal Papa
Papa Francesco, lunedì 25 marzo, nella Sala Clementina ha ricevuto una delegazione di tutte le organizzazioni aderenti al Jesuit Social Network in occasione dell’anniversario dei 20 anni dalla sua costituzione, avvenuta nel 2004 per iniziativa di quattro Opere della Compagnia di Gesù: Fondazione Villa S. Ignazio di Trento, Centro Astalli di Roma, Ente di Formazione Aquas di Napoli e Comunità Emmanuel di Lecce.
Nel saluto iniziale la presidente Paola Piazzi ha ricordato come, da quel piccolo nucleo iniziale, la rete sia cresciuta fino a raggruppare attualmente una quarantina di enti impegnati in otto ambiti di azione nel sociale: immigrati/rifugiati – minori – famiglie in difficoltà – detenuti – disagio sociale – marginalità urbane – cooperazione internazionale – formazione.
Ha richiamato quindi il tema che accompagnerà la riflessione durante tutto l’anno in corso: “Iniziatori di un nuovo futuro per noi e per gli altri” con riferimento alle due piste su cui il JSN è impegnato a dare il proprio sostegno ai più fragili:
- la cura del Creato in tutte le sue dimensioni
- il superamento di ogni conflitto tra i popoli
temi molto cari anche a papa Francesco.
Infine sono stati offerti al Papa due doni:
una creazione intitolata “Interdipendenti” in cui una figura in ferro stilizzata tende il braccio a sollevarne un’altra (entrambe le figure sono realizzate con ferle, chiodi molto simili a quelli con cui Gesù è stato crocefisso);
l’altra raffigurante una mano in cui le dita sono protese verso la speranza di una umanità salvata.
La presidente ha sottolineato come, in entrambe, sia protagonista la mano quale strumento concreto con cui nelle organizzazioni della rete JSN si cerca di aiutare e sostenere le persone accolte, ma che racchiude in sé anche l’immagine, per dirla con il Papa, della tenera e misericordiosa carezza di Dio.
Nel suo discorso di saluto, papa Francesco ha sottolineato l’importanza di carezzare le paure degli altri, in particolare dei migranti e dei più fragili, per dare loro sicurezza. Ha quindi richiamato 4 azioni: accogliere, accompagnare, promuovere e integrare, racchiusi nel gesto dell’accarezzare. Ha poi concluso il suo saluto dicendo che solo nel momento in cui si tende la mano all’altro per rialzarlo lo si può guardare dall’alto in basso.
Al termine dell’udienza c’è stato un breve incontro con il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Compito del suo Dicastero, ha detto, è quello di individuare e promuovere il superamento degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo umano, ostacoli diversi a seconda dei territori e non riguardanti solo le fasce più povere della popolazione. Alla domanda su quali sfide vedesse più urgenti, ha replicato che non c’è una sola risposta, ma tante derivanti da un costante e profondo atteggiamento di ascolto dei bisogni delle persone.
Era presente all’udienza anche il Provinciale EUM, p. Roberto Del Riccio.