“Non possiamo tacere”: l’appello dei gesuiti per la pace
Quasi sei mesi di guerra a Gaza e le armi non hanno taciuto. Noi, membri della Compagnia di Gesù (i gesuiti), come tanti altri cattolici, cristiani, uomini e donne di tutte le fedi e non credenti, ci rifiutiamo di tacere. Le nostre voci continuano a levarsi in preghiera, in lamento, in protesta per la morte e la distruzione che continuano a regnare a Gaza e in altri territori di Israele/Palestina, riversandosi nei Paesi circostanti del Medio Oriente.
Dopo gli orrori degli attacchi nel sud di Israele del 7 ottobre 2023, i massicci bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, e l’offensiva di terra che ha lasciato la maggior parte della Striscia di Gaza in rovina, siamo ora testimoni della carestia e della diffusione delle malattie a Gaza. I morti sono decine di migliaia, quasi 1.800 israeliani, oltre 32.000 palestinesi (senza contare quelli che devono ancora essere portati alla luce da sotto le macerie). Oltre alle vite stroncate, ci sono centinaia di migliaia di vite rovinate, di persone ferite, senza casa, affamate e colpite da malattie.
Noi gesuiti ribadiamo il nostro impegno a non rimanere in silenzio. È inaccettabile che, nonostante vari tentativi, a quasi sei mesi dall’inizio dell’attuale conflitto, nessuno sia riuscito a fermare le uccisioni. È scandaloso che nessuno sia stato in grado di garantire che gli abitanti di Gaza abbiano cibo a sufficienza. È vergognoso che nessuno sia stato in grado di chiedere conto ai guerrafondai. Purtroppo, ricordiamo che purtroppo si è lasciato che un conflitto in corso nella terra chiamata santa continuasse e si incancrenisse come una ferita aperta sul volto del Medio Oriente.
Impegnati da decenni nelle comunità e nelle società del Medio Oriente, noi gesuiti vogliamo dire che non è inevitabile che sia così. La scelta della morte rispetto alla vita, della vendetta rispetto alla riconciliazione, del torto rispetto alla giustizia, dell’interesse personale rispetto alla relazione con l’altro, della violenza rispetto al dialogo è una scelta e non un destino inalterabile. Ci sono altre scelte che si possono fare. Continueremo a coltivare il sogno di un futuro diverso, un futuro già previsto dai profeti nelle Sacre Scritture. “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo e non si eserciteranno più nell’arte della guerra.” (Isaia 2:4)
Uniamo la nostra voce a quella del Santo Padre, Papa Francesco, che ha ripetutamente ammonito: “La guerra è una sconfitta! Ogni guerra è una sconfitta” (Angelus, 8 ottobre 2023). Ribadiamo il nostro appello per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio di tutti gli ostaggi del 7 ottobre, per un negoziato e per l’inizio di un processo che porti alla liberazione, alla libertà e alla giustizia per tutti in Medio Oriente, l’unica strada per la vera pace.