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Bielorussia: il gesuita Viktar Zhuk e padre Alyaksei Varanko arrestati e rilasciati

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Nel pomeriggio dell’8 dicembre, padre Viktar Zhuk, gesuita, parroco della chiesa di San Vladislav, e padre Alyaksei Varanko, vicario della parrocchia greco-cattolica della Resurrezione di Cristo, sono stati arrestati a Vitsebsk, cittadina a Nord-Est del Paese, al confine con la Russia. Rilasciati dopo un giorno in attesa di processo.

La notizia, riportata dal Sir, è ripresa dal sito “catholic.by” della Conferenza episcopale bielorussa. I due sacerdoti sono stati arrestati e portati al dipartimento degli affari interni del distretto Pershamaiski di Vitsebsk, e quindi rilasciati in attesa di processo.  I due sono stati accusati in base agli articoli del Codice dei reati amministrativi. Nel riportare la notizia, catholic.by ricorda che il gesuita Victor Zhuk è autore di prediche domenicali, che vengono pubblicate sul portale cattolico. La Conferenza episcopale chiede ai familiari e agli amici dei sacerdoti detenuti di “sostenerli con la preghiera durante questo calvario”. Non è la prima volta che il clero, non solo cattolico, viene preso di mira della autorità bielorusse nel contesto più ampio delle proteste che dal 9 agosto, giorno delle contestate elezioni presidenziali, continuano in tutto il Paese.  Il 18 novembre scorso il vicario generale dell’arcidiocesi di Minsk-Mogilev, mons. Yuri Kasabutsky, e il capo del Dipartimento di informazione sinodale della Chiesa ortodossa bielorussa, padre Sergius Lepine, sono stati convocati dalla Procura generale di Minsk con l’accusa di generare attraverso le loro prediche e le loro azioni tensioni nel Paese. È dalla fine di  agosto che il metropolita arcivescovo di Minsk-Mogilev, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, è bloccato in Polonia, non avendo finora ricevuto l’autorizzazione delle autorità bielorusse di rientrare in Bielorussia.

Monsignor Yuri Kasabutsky, vicario generale di Minsk, ha dichiarato al Sir: “In generale, in tutta la Bielorussia, stiamo vivendo sotto un sistema di repressione e anche la Chiesa cattolica subisce questa repressione”. Ma “non abbiamo paura. Anche io ho ricevuto dalle autorità un avviso di garanzia per i miei discorsi, per le parole che ho pronunciato. Mi hanno detto che se non la smettevo, mi avrebbero arrestato. Ho detto loro che non mi avrebbero intimorito”.

Qui l’intervista integrale.

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