Cagliari. La lunga storia della Comunità di San Michele
La comunità dei Padri gesuiti di San Michele, posta in un quartiere del centro storico di Cagliari, Stampace alto, è composta da nove gesuiti: otto Padri e un preziosissimo Fratello. Ovvero, i Padri Antonio Bressan, Graziano Calci (economo), Enrico Deidda, Francesco Piras, Guglielmo Pireddu (superiore), Giuseppe Propati, Antonio Sanna, Gabriele Semino, e il F. Teodoro Soddu (ministro).
Composita e variegata, la Comunità risulta composta da Padri di diverse fasce d’età, fra cui spicca il decano, P. Piras, che da poco ha festeggiato i suoi 97 anni, ma gode anche della presenza di diversi “giovani Padri”, per cui presenta un’età media di 68 anni.
La comunità gode di lunga storia. I primi gesuiti giunsero a Cagliari nel 1564. Si deve datare al 1584 il loro arrivo a S. Michele, anno in cui, per decisione del Preposito Generale Claudio Acquaviva, si trasferì il noviziato nell’attuale via Ospedale. Terminata la costruzione del noviziato, si passò alla edificazione della chiesa monumentale barocca di S. Michele. In seguito la residenza divenne il convitto per gli ex gesuiti ‘sopravissuti’ alla soppressione; gli ultimi di essi videro il ritorno a Cagliari della Compagnia nel 1822. I gesuiti, allontanati durante i tumulti del 1848, ritornarono a Cagliari nel 1910 e a S. Michele nel 1928; e da allora la presenza è stata costante. In conclusione possiamo dire che se da pochi anni la Compagnia ha festeggiato i 450 anni del suo arrivo in Sardegna, la presenza continuativa dei gesuiti a S. Michele è tale che nel 2013 si festeggeranno i 300 anni di presenza effettiva!
Attualmente in essa è riscontrabile la classica residenza pastorale cittadina: la chiesa di S. Michele, costituisce uno dei confessionili della città, grazie all’opera dei padri Sanna (responsabile diocesano AdP), Bressan (anche cappellano presso la stazione ferroviaria) e Propati, oltre alla presenza sporadica degli altri Padri. Il rapporto con la città è ottimo, così come l’integrazione con le attività culturali offerte dall’altra comunità cittadina, quella della Facoltà teologica.
L’attività pastorale della comunità abbraccia diversi fronti: molta attenzione viene riposta nella formazione e nell’accompagnamento dei diversi gruppi: dalle comunità CVX, ai gruppi EVO e post-EVO (seguiti da P. Enrico Deidda, assistente della CVX); grande sforzo viene dedicato all’apostolato giovanile, in pratica all’animazione dei gruppi MEG, sia in ambito locale che regionale, grazie ai Padri Graziano Calci (che oltre a essere economo della comunità, è anche responsabile regionale del MEG, assistente della OES, Opera Esercizi Spirituali, e delegato regionale della FIES), coadiuvato dal ‘giovane’ Padre Gabriele Semino, che sta terminando la licenza presso la FTIS di Milano.
Il P. Guglielmo Pireddu insegna storia della chiesa moderna presso la Facoltà Teologica e segue alcuni gruppi di preghiera di spiritualità mariana in ambito regionale, in stretto collegamento con l’animazione terzomondiale svolta dalla onlus ‘Operazione Africa’, gruppo associato al Magis.
Abbiamo poi l’attività che raggiunge il maggior numero di persone, e cioè la “scuola di meditazione trascendentale” del P. Francesco Piras, alla quale è strettamente collegato anche il Cineclub “Namaste”.
Oltre a queste attività continuative non si possono tralasciare gli sforzi destinati alla casa di esercizi spirituali del “Pozzo di Sichar”, seguita dal P. Calci, in cui confluiscono le attività di formazione giovanile, oltre ai corsi di EESS specifici, sia per i gruppi gravitanti sulla residenza, sia quelli aperti a tutti.
È presente in chiesa, in alcuni periodi dell’anno, un servizio di accompagnamento artistico-spirituale del gruppo “Pietre vive”, seguito dal P. Deidda, il quale segue anche la “Congregazione Mariana Artieri”, erede di un’antichissima tradizione, situandosi nel solco della prima congregazione mariana che vide la luce a Cagliari nel 1571.
Emerge che la comunità si contraddistingue soprattutto per il servizio offerto nell’ambito della formazione agli aderenti ai vari gruppi. Potremo dire che la domanda è in costante crescita; mentre sta scemando l’attività legata alle confessioni della chiesa. Ovviamente, come tutte le comunità, non mancano incertezze relativamente al futuro e a ciò che sarà possibile continuare a operare nel contesto regionale. Per questo motivo, i Viceprovinciali hanno avviato fra le due comunità cittadine una consultazione che possa ripensare le modalità della presenza dei gesuiti a Cagliari. In primo luogo avviando un censimento delle opere facenti capo alle due comunità e di tutte le attività connesse; quindi valutando quali siano le opere e le attività sostenibili nel prossimo futuro; per poter infine individuare la migliore riconfigurazione degli spazi. Si tratta di cambiamenti necessari, al fine di rispondere alle richieste che vengono ancora oggi rivolte alla nostra comunità.