Catania.L’Umbertata: una piazza in festa
A Catania quest’anno il giorno di Pentecoste è stato l’occasione per una grande festa di piazza promossa dalla comunità parrocchiale del Crocifisso dei Miracoli. Questa parrocchia si trova a pochi passi da una bella piazza. Ma se le piazze avessero una psicologia e una voce, forse questo spazio ritagliato tra le case potrebbe confessare di avere qualche problema di identità e di riconoscimento. Innanzitutto il nome: quasi nessuno conosce questa piazza per il suo nome da stradario (piazza Vittorio Emanuele III) e tutti la chiamano piazza Umberto (perché si affaccia sulla centrale via Umberto). Rispetto alla sua funzione, poi, da luogo di incontro questa piazza è diventata soprattutto un luogo di transito, un anonimo parcheggio del centro città (con una gestione mista “pubblico-privato”…), un parcheggio troppo spesso pieno di automobili posteggiate anche in seconda fila; un luogo, quindi, che ricorda le speranze deluse di poter salire presto a casa e l’irritazione per la perdita di tempo nel girarle attorno. Infine c’è la questione del cavallo. Al centro della piazza, infatti, si trova la statua bronzea di un cavallo atterrato a gambe aperte, lo Stallone ferito dello scultore catanese Francesco Messina (lo stesso autore del più noto Cavallo morente che si trova davanti al palazzo della RAI di viale Mazzini a Roma e del Monumento a Pio XII nella Basilica di S. Pietro in Vaticano). Si può dire che quest’opera non ha raccolto consensi entusiastici in quartiere, basti ricordare l’episodio del luglio 2002 quando, in occasione della processione della Madonna del Carmine, ignoti stagnini pensarono bene di coprire le pudenda del cavallo con un bel paio di mutandoni di ferro, poi prontamente rimossi…
L’Umbertata è stata un bel tentativo di riappropriarsi, almeno per un giorno, di questo spazio urbano, riportandolo alla sua vera natura di luogo di comunione. Tante famiglie, bambini, persone più mature, impiegati, operai, magistrati, imprenditori, pensionati, professionisti, anche il sindaco Raffaele Stancanelli, si sono ritrovati per prendere parte alla festa. Una piazza che si è riempita di persone (non di automobili!) dalle 10 alle 20 all’insegna dello slogan «Un racconto che conta», con il desiderio di ascoltare, osservare, esprimere e esibire narrazioni importanti, storie antiche e sogni per una città migliore.
I bambini si sono coinvolti con entusiasmo nei giochi (ricordiamo in particolare l’animazione proposta dai ragazzi dell’associazione Talità Kum del quartiere di Librino). C’erano artigiani del quartiere che hanno mostrato con orgoglio il frutto delle loro mani (scultori, fabbri, pittori, le sarte, il canestraio, la ceramista, ecc); alcuni di loro hanno proposto anche dei laboratori per i più piccoli.
Sul palco si sono esibiti tra gli altri gli allievi della scuola di danza del quartiere e un gruppo di ragazzi con disabilità. Si potevano trovare narrazioni sull’integrazione ed il mondo dei migranti presso lo stand del Centro Astalli di Catania e presso quello di una associazione italo–cinese attiva in quartiere. Anche il WWF era presente in piazza. Per chi voleva cimentarsi c’era la possibilità di sperimentare lo yoga e i massaggi shiatsu. Le uniche automobili presenti in piazza erano quattro auto d’epoca. Sono ritornati a visitare la piazza anche i Pupi Siciliani dei Fratelli Napoli. È stato bellissimo sia per i più grandi sia per i più piccoli poter partecipare (come succedeva molti anni fa) a due momenti di spettacolo offerti da questa famiglia di artisti catanesi. L’arrivo della sera è stato accolto dalle prodezze di due fuocolieri e la festa è terminata in chiesa con un concerto di musica classica.
Davanti alla statua del cavallo, che si è ritrovato anche lui agghindato a festa per l’occasione, c’era un grande cubo – il Cubo dei sogni – nel quale in tanti, giovani e meno giovani, hanno inserito durante tutta la giornata disegni, spunti, desideri per una città migliore.
Questa festa di piazza è stata una bella prova per il gioco di squadra che si può sperimentare all’interno di una comunità parrocchiale attenta alla vita del contesto in cui è inserita.
Qui al Crocifisso dei miracoli viviamo nell’auspicio che grazie all’impegno e alla collaborazione generosa di tanti, con lo “spirito dell’Umbertata”, potremo contribuire a vivere in modo significativo in questo territorio, stimolando relazioni che sostengano la fiducia e che aiutino a promuovere reti di condivisione nella gratuità.