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Ecumenismo

Congregazione Generale 34 - Decreto 12

[326] 1. I segni dei tempi indicano con molta chiarezza che una fede che voglia operare per la giustizia deve necessariamente impegnarsi nel dialogo e nella cooperazione ecumenica e interreligiosa. In molte parti del mondo sono proprio le divisioni religiose che contribuiscono all’ingiustizia, alla violenza e persino alla guerra. In situazioni di conflitto, spesso alimentate da antiche ostilità di origine confessionale, l’ecumenismo ci chiama al perdono e all’amore come componenti essenziali di un impegno per la giustizia e la riconciliazione ispirato dal vangelo. In un tempo in cui i popoli si orientano verso una sempre maggiore unità politica, economica, sociale e culturale, e nazioni divise da secoli di odi e di conflitti si raccolgono in nuove strutture economiche e politiche di tipo sovranazionale, le divisioni storiche del cristianesimo rappresentano una fragrante controtestimonianza della parola evangelica: “ut omnes unum sint” (Gv 17,21).

[327] 2. Pertanto la Congregazione Generale 34ª riafferma – in termini più espliciti e pressanti – l’impegno della Compagnia per l’ecumenismo: un apostolato che non solo ha bisogno di essere rivitalizzato, nel presente momento di crisi, ma per il quale la Compagnia è particolarmente adatta, per la sua dimensione universale e per le sue numerose istituzioni dedicate alla formazione allo spirito cristiano.

[328] 3. L’ecumenismo non è soltanto una specifica opera cui alcuni gesuiti devono essere preparati e inviati, ma è un nuovo modo di essere cristiani, che non si accontenta di essere semplicemente onesto, veritiero e gentile, ma cerca di lavorare disinteressatamente al servizio della verità, di vedere le cose anche dall’altrui punto di vista, di prendere sul serio le critiche degli altri sulla propria confessione religiosa per i suoi errori e le sue manchevolezze e – secondo il “presupposto” degli Esercizi Spirituali di Ignazio – cerca di dare sempre l’interpretazione più positiva di ciò che gli altri dicono e fanno. L’ecumenismo, insomma, cerca piuttosto ciò che unisce che ciò che divide, cerca la comprensione piuttosto che il confronto, cerca di conoscere, capire e amare gli altri così come essi desiderano essere conosciuti e capiti, nel pieno rispetto di ciò che li caratterizza, in un dialogo fatto di verità, di giustizia e di amore.

[329] 4. Scegliendo il cammino dell’ecumenismo, la Compagnia non risponde soltanto al proprio discernimento sui segni dei tempi, ma anche ai ripetuti richiami della Chiesa e delle precedenti Congregazioni Generali. E risponde anche, con ancora più grande urgenza ai nostri giorni, alle esigenze del ministero della fede e della giustizia. Ciò che serve, pertanto, non è una nuova legislazione ma una più effettiva applicazione della legislazione esistente.

[330] 5. Di conseguenza, la Congregazione Generale:

a. raccomanda una maggiore attenzione alla formazione, sia iniziale che permanente, all’ecumenismo in Compagnia, secondo quanto stabilito dalla Congregazione Generale 31ª, d. 26, nn. 4-8 e dal Direttorio ecumenico del 1993, sez. II, nn. 55-91, specie n. 79 ;
b. sottolinea le recenti norme della Congregazione per l’Educazione Cattolica circa i corsi sull’ecumenismo e gli studi sulle cristianità orientali ;
c. raccomanda di sviluppare al massimo la sensibilità ecumenica in tutti i nostri ministeri;
d. conferma le proposte concrete fatte dalla Congregazione Generale 3la nel d. 26, nn. 9-14, sulla pratica dell’ecumenismo.

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