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Cooperazione con i laici nella missione

Congregazione Generale 34 - Decreto 13

[331] 1. Una lettura dei segni dei tempi dopo il Vaticano II indica in maniera inequivocabile che la Chiesa del terzo millennio sarà la “Chiesa del laicato”. Nel corso degli ultimi 30 anni, un numero crescente di laici ha risposto alla chiamata al ministero che scaturisce dalla grazia ricevuta nel battesimo. La messa in atto della loro vocazione nelle situazioni più varie e numerose è diventata il modo principale attraverso cui il Popolo di Dio esercita il suo ministero nel mondo per la promozione del Regno. E certamente questo sviluppo dei ministeri laicali proseguirà ancora nel prossimo millennio. La Compagnia di Gesù riconosce come una grazia per i nostri giorni e come una speranza per il futuro che i laici prendano “parte viva, consapevole e responsabile alla missione della Chiesa in quest’ora magnifica e drammatica della storia”. Noi cerchiamo di rispondere a questa grazia ponendoci al servizio della piena realizzazione della missione del laicato , e ci impegnamo a questo scopo cooperando con i laici nella missione.

[332] 2. Scopriamo una grazia dello stesso genere se andiamo a leggere i segni dei tempi nel lavoro apostolico della Compagnia di Gesù negli ultimi trent’anni. Sollecitata dal Concilio, la Congregazione Generale 3la ci ha invitati a “favorire la collaborazione dei laici nelle nostre opere apostoliche”. Da quel momento, una sempre più estesa cooperazione con i laici ha fatto espandere la nostra missione e trasformato il modo di lavorare per essa, fianco a fianco con gli altri, arricchendo sia le nostre azioni che il modo di intendere il nostro ruolo nell’apostolato. In alcune parti del mondo le opere dei gesuiti si basano in prevalenza su laici che portano avanti la missione della Compagnia. Nei prossimi anni, possiamo prevedere lo svilupparsi della leadership apostolica dei laici nelle opere della Compagnia, e ci impegnamo a favorire questo sviluppo.

[333] 3. Collaboriamo anche con molte altre persone: sacerdoti, religiosi e religiose con i loro specifici carismi, e anche gente di ogni fede e di ogni credo che lavora per costruire un mondo di verità, giustizia, libertà, pace e amore. Noi siamo grati di queste collaborazioni e ce ne sentiamo arricchiti.

[334] 4. I gesuiti sono al tempo stesso “uomini per gli altri” e “uomini con gli altri”. Questa caratteristica essenziale del nostro modo di procedere ci invita ad essere prontamente disposti a collaborare, ad ascoltare e ad imparare dagli altri, a condividere la nostra tradizione spirituale e apostolica. Essere “uomini per gli altri” è un aspetto centrale del nostro carisma e rende più profonda la nostra identità.

[335] 5. Considerata l’esperienza degli ultimi tempi, molte Province della Compagnia, e anche molti laici, hanno chiesto che questa Congregazione Generale compia altri passi avanti nella collaborazione. In risposta a tali richieste, proponiamo le seguenti raccomandazioni, concernenti: a) il servizio che la Compagnia rende ai laici nei loro ministeri; b) la formazione alla cooperazione sia dei laici che dei gesuiti; c) la collaborazione con il laicato nelle opere della Compagnia, in altre opere e nelle associazioni; d) le possibilità future.

A. Il servizio al laicato nei suoi ministeri

[336] 6. Ai nostri giorni, la diffusione e la varietà dei servizi apostolici laicali sono veramente notevoli. Molti laici riconoscono nella loro attività un ministero cristiano e desiderano essere formati e inviati a questi servizi. Altri si impegnano nei servizi apostolici in maniera più informale ed implicita. Altri ancora fanno parte di associazioni laicali che hanno scopi apostolici vari. In tutti questi modi molti laici danno testimonianza del Vangelo. Là dove vive, testimonia e lavora, il laicato assume sempre maggiori responsabilità nel ministero della Chiesa. Chiamati alla santità e impegnati per la fede, per la giustizia e con i poveri, i laici evangelizzano le strutture della società.

[337] 7. La Compagnia di Gesù si pone al servizio di questa missione del laicato, offrendo ciò che siamo e ciò che abbiamo ricevuto: la nostra tradizione spirituale e apostolica, le nostre risorse in campo educativo e la nostra amicizia. Offriamo la spiritualità ignaziana come dono particolare per animare i ministeri laicali: essa, infatti, rispetta la spiritualità unica di ciascun individuo e si adatta ai bisogni attuali, aiutando le persone a discernere la loro vocazione e ad “amare e servire in tutto sua Divina Maestà”. Noi offriamo al laicato la saggezza pratica che abbiamo acquisito in più di quattro secoli di esperienza apostolica. Nelle nostre scuole, nelle nostre università e con altri generi di programmi educativi, noi mettiamo a loro disposizione la formazione pastorale e apostolica. Inoltre – e questo è forse ancora più importante – noi diventiamo i loro compagni: nel comune servizio, imparando mutuamente e rispondendo alle preoccupazioni e alle iniziative di ciascuno, dialogando sui comuni obiettivi apostolici.

B. La formazione di laici e gesuiti

[338] 8. Il fatto di metterci al servizio dell’apostolato dei laici rappresenta per noi una sfida: dobbiamo saper rispondere al loro desiderio di formazione così che essi possano esercitare il loro ministero nel miglior modo possibile, ciascuno secondo la propria chiamata e i propri doni. Per fare questo, possiamo attingere alle abbondanti risorse ed esperienze della Compagnia, a cominciare dagli Esercizi Spirituali e dalla direzione spirituale, che non dobbiamo esitare ad offrire, se l’esigenza si manifesta. Noi possiamo incoraggiare i laici ad assumere come priorità apostolica il servizio della fede e la promozione della giustizia, con una particolare predilezione per i poveri. In questo modo, offriamo ciò che siamo. Come persone le cui vite sono dedicate ad amare e servire Dio in tutte le cose, dovremmo aiutare gli altri a riconoscere e a discernere le possibilità apostoliche offerte dalla loro vita e dal loro lavoro. I laici che collaborano con i gesuiti nell’apostolato hanno il diritto di aspettarsi da noi una specifica formazione ai valori ignaziani, aiuto nel discernere priorità e obiettivi apostolici e indicazioni concrete per la loro realizzazione.

[339] 9. La collaborazione apostolica con il laicato richiede a tutti i gesuiti formazione e rinnovamento. Fin dall’inizio la nostra formazione dovrebbe sviluppare la capacità di collaborare sia con i laici che con i nostri compagni gesuiti, attraverso l’educazione e le esperienze di cooperazione con gli altri nell’attività ministeriale. La formazione permanente fatta attraverso esperienze apostoliche approfondirà questa capacità, se saremo pronti ad ascoltare gli altri, ad imparare dalla loro esperienza spirituale e ad affrontare insieme le difficoltà di una genuina collaborazione. Sia nella formazione iniziale che in quella successiva, i laici possono aiutarci a capire e a rispettare la loro specifica vocazione e ad apprezzare la nostra.

C. La collaborazione dei gesuiti con i laici

[340] 10. L’esperienza recente ci aiuta a scoprire tre dimensioni della nostra collaborazione con altri nella missione: a) la collaborazione di laici in opere apostoliche della Compagnia; b) la collaborazione di gesuiti in opere tenute da altri; e) il nostro sostegno e il nostro contributo alle associazioni apostoliche laicali collegate alla Compagnia e alla sua missione.

a) Collaborazione in opere apostoliche della Compagnia

[341] 11. Noi collaboriamo con i laici in opere della Compagnia: sono opere delle quali la Compagnia ha la “responsabilità ultima”, in quanto esse contribuiscono sostanzialmente a realizzare la sua missione, manifestano i valori ignaziani e portano ufficialmente il nome di “gesuitico”. Tali, per esempio, le istituzioni educative, le parrocchie, i centri sociali, le case di esercizi e il “Jesuit Refugee Service”.

[342] 12. Ciascuna di queste opere deve essere definita da un’esplicita dichiarazione delle sue finalità apostoliche, che ne evidenzi gli obiettivi e costituisca la base per la collaborazione al suo interno. Tale dichiarazione di intenti deve essere presentata e chiaramente spiegata a chi intende lavorare con noi. Così pure dovrebbero essere predisposti e sostenuti (anche finanziariamente) dei programmi che formino i laici a una migliore conoscenza della tradizione e della spiritualità ignaziane e che aiutino a crescere nella propria vocazione personale.

[343] 13. Tutti coloro che sono impegnati nell’opera, dovrebbero esercitare delle forme di corresponsabilità e – quando è opportuno – essere coinvolti nel discernimento e nelle decisioni da prendere. I laici devono poter accedere a posti di responsabilità ed essere formati in questo senso, ciascuno secondo la propria qualifica e secondo il tipo di impegno. Un laico può essere direttore di un’opera della Compagnia. In tal caso, i gesuiti ricevono dal Provinciale la loro missione per lavorare in quella istitutuzione, ma la adempiono sotto la direzione del direttore laico. In istituzioni dove i gesuiti sono una piccola minoranza, occorre contemperare il ruolo direttivo dei colleghi laici e i mezzi utilizzati dalla Compagnia per garantire l’identità gesuitica dell’opera.

b) Collaborazione in opere non della Compagnia.

[344] 14. La nostra missione attuale ci richiede anche di collaborare più strettamente con istituzioni, organizzazioni e attività che non dipendono dalla Compagnia: così, per esempio, centri di sviluppo e assistenza sociale, istituzioni di educazione e di ricerca, seminari e istituti religiosi, organizzazioni internazionali, sindacati, comunità ecclesiali e movimenti di base. Questa cooperazione rappresenta un modo per testimoniare sia il Vangelo che la spiritualità ignaziana, in quanto ci permette di entrare in ambienti dove la Chiesa cerca di essere presente. La nostra collaborazione esprime solidarietà con gli altri ma, al tempo stesso, ci permette di imparare dagli altri, e questo arricchisce sia la Compagnia che la Chiesa.

[345] 15. La collaborazione con queste opere andrebbe realizzata in accordo con i criteri della Compagnia per la scelta dei ministeri, e specialmente con il criterio del servizio della fede e della promozione della giustizia. Il gesuita dovrebbe esservi inviato con obiettivi apostolici chiari e restare poi in un continuo discernimento con il suo superiore e con la comunità apostolica.

c) Collaborazione con le associazioni

[346] 16. Molti laici desiderano essere uniti a noi partecipando ad associazioni apostoliche di ispirazione ignaziana , che la Compagnia vede crescere con piacere. Esse testimoniano infatti il carisma ignaziano nel mondo, ci permettono di intraprendere con loro opere di maggiori dimensioni, ed aiutano i loro membri a vivere più pienamente la loro fede. Incoraggiamo i gesuiti a studiare questa varietà di associazioni, a conoscerle con il contatto personale e sviluppare un reale interesse nei loro confronti.

[347] 17. Tra gli strumenti privilegiati di formazione cristiana dei laici nell’ambito della spiritualità ignaziana e di partecipazione ad una comune missione, la Compagnia promuove attivamente diverse associazioni :

[348] – Le Comunità di Vita Cristiana: si rivolgono a persone che, formate nella spiritualità degli Esercizi, si sentono chiamate a seguire Cristo più da vicino e a impegnarsi per la vita a lavorare con gli altri nella testimonianza apostolica e nel servizio. La dimensione comunitaria sostiene un tale impegno e noi ci impegnamo a condividere con loro la spiritualità ignaziana e ad accompagnarli nella loro missione.

[349] – I programmi dei Volontari dei Gesuiti prevedono un servizio caratterizzato particolarmente dall’impegno per i poveri e dal lavoro per la giustizia, in un contesto di vita comunitaria, di stile di vita semplice e di spiritualità ignaziana. Le Province sono invitate a sostenere queste associazioni di volontari, a sviluppare migliori collegamenti nazionali e internazionali tra di loro e a riconoscerle come opere della Compagnia, là dove ciò sia auspicato e opportuno.

[350] – Le Associazioni di Ex-Alunni sostengono coloro che hanno frequentato le nostre scuole a meglio assumere le loro responsabilità, “mettendo a frutto, nella loro vita e nel mondo, la formazione che hanno ricevuto”. Bisognerebbe assegnare a queste associazioni dei gesuiti qualificati che possano aiutarle ad approfondire la loro formazione spirituale, etica e sociale, ed anche a identificare i bisogni apostolici.

[351] – L’Apostolato della Preghiera tende a preparare dei cristiani formati dall’Eucarestia, devoti al Cuore di Gesù, attraverso la pratica quotidiana dell’offerta e della preghiera secondo le intenzioni della Chiesa, e impegnati nel servizio apostolico. La Compagnia promuove e sostiene questo servizio pastorale (così come il Movimento Eucaristico Giovanile) affidatole dal Santo Padre.

D. Opportunità per il futuro

[352] 18. Questo è un momento di grazia: mentre i laici continueranno a crescere nel loro servizio al mondo, la Compagnia di Gesù troverà occasioni di collaborazione ben più ampie di quanto sperimentiamo attualmente. Saremo stimolati nella nostra creatività e nelle nostre energie per servirli nei loro ministeri, e saremo chiamati ad un ruolo di sostegno man mano che i laici diverranno maggiormente responsabili del loro apostolato. Questo ci obbligherà a vivere più pienamente la nostra identità di “uomini per gli altri”. Con lo sguardo rivolto ad un tale futuro, suggeriamo alcune possibili risposte a queste possibilità e a questa grazia.

a) Valorizzare la “Chiesa dei laici”

[353] 19. I laici assumeranno sempre maggiori responsabilità nei ministeri della Chiesa nelle parrocchie, nelle strutture diocesane, nelle scuole, nelle istituzioni teologiche, nelle missioni e nelle opere di giustizia e carità. Possiamo aspettarci una fioritura di ministeri specializzati, di movimenti ecclesiali e di associazioni apostoliche laicali con le più diverse ispirazioni e i più diversi scopi. Forti del nostro carisma e della nostra esperienza, possiamo dare un contributo tanto adeguato quanto utile a queste iniziative apostoliche. In questa ottica, più che sui ministeri direttamente gestiti da noi, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul rafforzamento dei laici nella loro missione. Il farlo ci richiede la capacità di far emergere i doni propri dei laici, per animarli ed ispirarli. La nostra disponibilità ad accettare questa sfida dipenderà dalla forza della comunione tra noi gesuiti e dalla capacità di rinnovare la nostra risposta alla chiamata di Cristo a servirlo nella sua missione.

b) Leadership dei laici in opere della Compagnia

[354] 20. Questa “Chiesa dei laici” che sta emergendo condizionerà anche le attività apostoliche della Compagnia, arricchendole e accentuandone il carattere ignaziano, se saremo capaci di cooperare con questa grazia della crescita del laicato. Quando parleremo delle “nostre attività apostoliche” dovremo intendere qualcosa di diverso dal semplicemente “nostro”, per indicare invece una situazione di collaborazione tra laici e gesuiti, ciascuno all’opera secondo le caratteristiche della propria vocazione. In tali attività, i laici assumeranno giustamente ruoli di responsabilità e di direzione sempre più estesi; i gesuiti, da parte loro, saranno piuttosto chiamati a sostenerli nelle loro iniziative con la formazione ignaziana, la testimonianza delle loro vite sacerdotali e religiose e la promozione dei valori apostolici della Compagnia. Se il nostro servizio ne risulterà più umile, esso sarà anche più dinamico e creativo, in maggiore accordo con la grazia che abbiamo ricevuto. Questa attualizzazione della vocazione dei laici può mostrarci più chiaramente la grazia della nostra vocazione.

c) Sviluppo di una “rete apostolica ignaziana”

[355] 21. Una sfida per la futura collaborazione apostolica con i laici proviene dalla presenza di un gran numero di persone – collaboratori, ex-gesuiti, associazioni e comunità sia laiche che religiose – che trovano una spiritualità e motivazioni apostoliche comuni nell’esperienza degli Esercizi Spirituali. L’esistenza di un così elevato numero di persone ispirate da Ignazio testimonia della persistente vitalità degli Esercizi e del loro impatto nell’animazione dell’apostolato. La grazia di una nuova era della Chiesa e la spinta verso la solidarietà, ci inducono a lavorare più decisamente per rafforzare i legami tra tutte queste persone e questi gruppi, creando quella che potrebbe essere chiamata “una rete apostolica ignaziana”.

[356] 22. Tale rete favorirà una migliore comunicazione e sarà di sostegno personale e spirituale tra queste persone e questi gruppi, facendo fruttificare al massimo la missione delle persone ispirate da Ignazio nella loro opera di evangelizzazione del mondo. In tal modo la Compagnia potrà dare uno specifico contributo alla nuova evangelizzazione. La forma che questa “rete ignaziana” dovrà assumere richiederà ampie consultazioni, accurato discernimento e una pianificazione attenta e graduale. La Congregazione Generale chiede al Padre Generale, con l’assistenza di gesuiti qualificati e di altri esperti, di studiare tale possibilità.

d) I casi di persone legate alla Compagnia in modo particolare

[357] 23. La Congregazione Generale 31ª riconobbe ufficialmente la possibilità che dei laici siano collegati in modo particolare alla Compagnia e raccomandò al P. Generale “lo studio della questione circa il modo e la possibilità di ottenere questo vincolo più stretto e questa collaborazione più stabile ed intima”. Da allora, si sono fatte alcune esperienze di legami più stretti, che la Congregazione Generale 34ª considera come una delle numerose possibilità di futura collaborazione con i laici. In questo ambito, la Congregazione raccomanda un periodo sperimentale di dieci anni di “legame giuridico” speciale di singoli laici alla Compagnia di Gesù, suggerisce i seguenti criteri di sperimentazione e chiede alla prossima Congregazione Generale di valutare questi esperimenti.

[358] 24. Lo scopo della sperimentazione di particolari legami è apostolico e volto ad estendere l’impegno missionario della Compagnia a dei laici che accompagnano e sono accompagnati da gesuiti nel discernimento apostolico e nell’attività. Il legame giuridico assumerà la forma di un accordo contrattuale della Compagnia con singoli laici i quali, a loro volta, possono associarsi o meno tra loro per vivere come compagni, aiutarsi reciprocamente e sostenersi apostolicamente. In ogni caso, essi non sono ammessi nel corpo della Compagnia: la diversità della loro vocazione dev’essere salvaguardata ed essi non devono diventare dei quasi-religiosi.

[359] 25. Per tali esperimenti, occorrerà tener presenti i seguenti elementi:

a. procedure per la selezione degli associati;
b. formazione adeguata e appropriata;
c. accordo sui diritti, le responsabilità, la durate e le valutazioni;
d. comune discernimento con il Provinciale o con un suo delegato per quanto riguarda la missione;
e. norme per un’eventuale vita in comune degli associati;
f. norme per le relazioni informali con le comunità della Compagnia;
g. preparazione dei gesuiti da destinare all’accompagnamento degli associati;
h. accordi per le questioni finanziarie e per altri problemi pratici.

Una chiamata al rinnovamento

[360] 26. La collaborazione con i laici è, al tempo stesso, un elemento costitutivo del nostro modo di procedere e una grazia che ci chiama al rinnovamento personale, comunitario e istituzionale. Essa ci invita a metterci al servizio dei ministeri laicali, a condividere con essi la missione, ad aprirci creativamente a future cooperazioni. Lo Spirito ci chiama, in quanto “uomini per gli altri e con gli altri”, a condividere con i laici ciò che crediamo, ciò che siamo e ciò che abbiamo, in una solidarietà creativa, per “l’aiuto delle anime e la maggior gloria di Dio”.

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