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I gesuiti e la vita universitaria

Congregazione Generale 34 - Decreto 17

[404] 1. Fin dagli inizi, i gesuiti sono stati impegnati nell’insegnamento, nella ricerca e nelle pubblicazioni universitarie. Dall’astronomia al balletto classico, dalle materie umanistiche alla teologia, i gesuiti cercano di inserirsi nel linguaggio e nei discorsi della cultura in cui sono nati o in quelle emergenti. Essi cercano di scoprire, modellare, rinnovare o promuovere la conoscenza umana, rispettando al tempo stesso l’integrità delle discipline universitarie. Essi cercano anche di accompagnare nella fede le persone, modellate dalla potente forza culturale insita nell’istituzione universitaria. Ignazio aveva intuito il forte impatto culturale delle università, e decise di mandarvi i gesuiti, in quanto luogo dove si sarebbe potuto compiere il bene più universale. Nel tempo, noi abbiamo continuato a sottolineare questa fondamentale intuizione ignaziana.

[405] 2. Oggi quasi tremila gesuiti lavorano in circa duecento istituzioni di insegnamento superiore della Compagnia, a contatto con la vita di più di mezzo milione di studenti. Altri compiono la loro missione in università non della Compagnia. L’attività apostolica degli uni e degli altri influenza la vita di molti studenti, ben al di là dell’ambiente immediato dell’università. I gesuiti riconoscono che le università sono, sociologicamente, istituzioni di importanza cruciale in quanto canali fondamentali di avanzamento sociale delle classi più povere. In esse e attraverso di esse hanno luogo importanti dibattiti culturali su temi che modellano la nostra cultura quali l’etica, gli orientamenti futuri dell’economia e della politica, il significato profondo dell’esistenza umana. Pertanto, né le università come realtà istituzionali e come luogo di valori umani, né l’impegno tuttora urgente e imperativo della presenza dei gesuiti nella vita universitaria, hanno bisogno di essere ancora sottolineati.

[406] 3. Esistono già, del resto, molti ottimi documenti recenti che trattano del ruolo e del futuro delle università della Compagnia. La Congregazione Generale 34ª intende soprattutto incoraggiare i gesuiti impegnati in questa opera importante e tradizionale e attirare l’attenzione su due sfide relativamente recenti, che toccano le università della Compagnia.

Una sfida che viene dalla struttura delle università

[407] 4. Negli ultimi 30 anni, l’educazione superiore curata dai gesuiti ha avuto un rapidissimo sviluppo sia nelle dimensioni che nella complessità e nell’evoluzione delle strutture di governo, divenute sempre più partecipative. Ciò avveniva mentre il numero complessivo dei gesuiti impegnati nelle università o la loro presenza nelle facoltà, rispetto agli altri docenti tendeva a diminuire, per la presenza di laici o di colleghi di altre congregazioni religiose venuti a partecipare all’impresa comune. In alcuni posti i gesuiti, di fatto, non sono più i proprietari dell’università; in altri, le disposizioni governative fanno sì che non ne possediamo più il pieno controllo; in altri ancora, certe autorità religiose possono negare la libertà necessaria affinché un’università funzioni secondo i suoi specifici scopi.

[408] 5. In risposta a tutto questo i gesuiti devono continuare a lavorare seriamente, spesso in circostanze molto difficili, con immaginazione e con fede, per mantenere e anche rafforzare il carattere specifico delle nostre istituzioni, specifico in quanto gesuitico e specifico in quanto università. Guardando al futuro, dobbiamo fare molta attenzione che sia il sostantivo “università” che l’aggettivo “gesuitica” siano sempre pienamente rispettati.

[409] 6. Il sostantivo garantisce il nostro impegno affinché vi siano quell’autonomia fondamentale, quell’integrità e quella onestà che rendono un’università degna di questo nome, un luogo cioè di ricerca serena e aperta e di discussione della verità. Il sostantivo indica anche la missione propria di qualsiasi università – ricerca, insegnamento e forme varie di servizio corrispondenti alla sua missione culturale – quale orizzonte e contesto indispensabili per la conservazione, il rinnovamento e la comunicazione della conoscenza e dei valori dell’uomo. Noi gesuiti dobbiamo certamente cercare la conoscenza per il suo valore intrinseco, ma dobbiamo anche continuamente chiederci: “conoscenza per che cosa?”.

La sfida della fede e della giustizia

[410] 7. Con altrettanta forza, dobbiamo sottolineare anche l’aggettivo “gesuitica”, che indica la partecipazione alla nostra identità e alla nostra missione di qualsiasi università che si fregi del nome di gesuitica o che operi sotto la nostra responsabilità ultima. Noi non vogliamo certamente strumentalizzare le università e neppure ridurne la missione ad un solo e unico scopo legittimo; l’aggettivo gesuitica, tuttavia, richiede la consonanza con le esigenze del servizio della fede e della promozione della giustizia richiamate dal decreto 4 della Congregazione Generale 32ª. Le università della Compagnia possono e devono scoprire, nelle forme istituzionali che sono loro proprie e nell’ambito dei loro obiettivi, gli spazi necessari per incontrare quella fede che opera per la giustizia.

[411] 8. Sottolineiamo con piacere la molteplicità dei modi in cui le università della Compagnia hanno tentato di applicare questo decreto alla vita dei loro studenti, sia con adeguati programmi di scambio e servizio con i poveri, sia negli obiettivi dell’università per quanto concerne l’insegnamento, la ricerca e le pubblicazioni. Se pure è vero che la maggior parte delle università della Compagnia deve ancora progredire nella realizzazione di questa missione del servizio della fede e della promozione della giustizia ad esso collegato, ciò è dovuto alla sfida che, come gesuiti, ci è rivolta: quella di trovare i modi concreti ed efficaci per orientare istituzioni ampie e complesse verso quella giustizia che Dio stesso desidera e rende possibile. E un compito realizzabile, che ha già prodotto i suoi martiri, i quali hanno testimoniato che “un’istituzione universitaria di insegnamento e di ricerca può divenire strumento di giustizia nel nome del vangelo”.

[412] 9. La complessità di un’università gesuitica può richiedere nuove strutture di governo e di controllo da parte della Compagnia, al fine di preservarne l’identità e di permetterle di collegarsi effettivamente con il mondo accademico e con la società in cui si trova, oltre che con la Compagnia di Gesù e la Chiesa. In particolare, per potersi definire istituzione gesuitica, sarà necessario che ogni università periodicamente si valuti e ne renda conto alla Compagnia, per verificare se la sua situazione sta evolvendosi in accordo con la missione della Compagnia. I gesuiti che vi lavorano, come comunità e come singole persone, devono impegnarsi attivamente nella vita dell’istituzione, collaborando ai suoi orientamenti, affinché essa possa realizzare gli obiettivi che la Compagnia auspica.

[413] 10. Le nostre università devono promuovere il lavoro interdisciplinare, il che implica spirito di collaborazione e dialogo con specialisti nell’ambito dell’università stessa e con altre università. Allo scopo di servire la fede e di promuovere la giustizia con la specificità propria di un’istituzione universitaria, esse dovranno scoprire nuovi orizzonti e nuovi campi di ricerca, di insegnamento, di servizi universitari allargati, attraverso i quali contribuire alla trasformazione della società nel senso di una maggiore giustizia e di una più grande libertà. Le nostre università avranno così la possibilità di promuovere la collaborazione tra istituzioni e di intraprendere progetti comuni tra università dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo.

[414] 11. Un’università della Compagnia deve anche distinguersi per la formazione umana, sociale, spirituale e morale che sa offrire e per l’attenzione pastorale dedicata sia agli studenti che ai diversi gruppi di persone che lavorano in essa o che con essa sono in relazione.

[415] 12. Occorre ricordare, infine, quanto sia importante per l’intera Chiesa avere un gruppo di gesuiti dedicati al lavoro universitario: essi saranno consacrati, nel senso più profondo, alla ricerca della pienezza della verità. Noi siamo sicuri che la verità che cerchiamo, anche se talvolta può apparire il contrario, non può che essere una sola: quella verità, fondata in Dio stesso, che ci farà liberi. La Congregazione Generale 34ª indirizza una calda parola di ringraziamento e di incoraggiamento a tutti quei gesuiti che lottano per rendere sempre più autentico e sorprendentemente nuovo questo impegno della Compagnia nelle università, impegno di lunga data ma ora sottoposto a nuove sfide.

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