Diario da Bucarest
Da Bucarest il diario di Piero Loredan, per restare accanto ai profughi ucraini.
Sono arrivato in Romania nel luglio 2020 per un’esperienza di servizio nel mio cammino di formazione. Ho iniziato con Esercizi Spirituali e apostolato giovanile. Prima il Covid-19 ed ora le migliaia di persone in fuga dalla guerra. Il conflitto ha ridisegnato anche il senso della mia presenza: ora è il Jesuit Refugee Service di Bucarest il cuore della mia attività.
9 giugno – Segni di rinascita
Tra i diversi spiragli di luce al JRS, risplende la meravigliosa testimonianza di giovani donne ucraine al lavoro per aiutare a loro volta altri rifugiati: una situazione di sofferenza, solitudine e incertezza è rischiarata da piccoli gesti di solidarietà in un’atmosfera comunitaria allegra e luminosa.
Il loro sostegno è vitale. Da attività semplici e fondamentali come la sistemazione di beni e prodotti donati per essere distribuiti, all’attività di interpreti inglese – russo/ucraino, il loro contributo è enorme. Soprattutto l’attività di interpretariato ha un valore incommensurabile: non si tratta solo di un aiuto pratico-linguistico (molti rifugiati non parlano ucraino), ma soprattutto di una essenziale vicinanza umana.
Per molti rifugiati essere accolti al centro da persone della loro stessa nazionalità, della stessa loro lingua, è un primario segno di prossimità.
19 maggio – Futuro, educazione e integrazione
Come non perdere di vista il futuro dei più piccoli?
L’educazione diventa un bisogno fondamentale per garantire l’avvenire dei tanti rifugiati bambini e adolescenti. In quest’ottica Il JRS collabora con Plan International nell’ambito di un progetto volto a garantire ai più piccoli tra i rifugiati ucraini un’istruzione sicura, inclusiva e di qualità che sostenga illoro benessere psicosociale e quello delle loro famiglie.
Il progetto “Educazione Sicura e Inclusiva per Bambini e Adolescenti Rifugiati in Romania” (SIERCAR – The Safe and Inclusive Education for Refugee Children and Adolescents in Romania) risponde ai bisogni educativi immediati dei bambini creando spazi di apprendimento temporanei e a lungo termine, facilita l’integrazione dei bambini ucraini nel sistema scolastico rumeno attraverso la collaborazione e il coinvolgimento del governo rumeno, anche mediante la distribuzione di Tablet a supporto dell’istruzione.
6 maggio – L’incontro
Natasha e e Ksenia, insieme ai due loro piccoli, sono state le prime persone che ho accompagnato dalla struttura del Jrs a un appartamento messo a loro disposizione dalla generosità di una famiglia di Bucarest.
Dopo oltre un mese dal loro arrivo sono andato a trovarli.
Se Ksenia con la sua bambina era partita dopo pochi giorni per la Germania su invito di un’amica, Natasha e il suo piccolo Dimitri sono rimaste nella capitale rumena.
Davanti a degli ottimi Sarmale – piatto imprescindibile per tutti i rumeni e, ho scoperto con piacere, anche per gli ucraini – Natasha mi ha raccontato il suo primo periodo a Bucarest, la possibilità di lavorare online per la sua azienda di Odessa, le preoccupazioni per i familiari residenti in Bielorussia e la generosità dei rumeni incontrati. Apparentemente, ovunque si reca riceve offerte di aiuto, a volte forse persino un po’ insistenti. Ancora non parla il rumeno ma, per lo meno è soddisfatta di constatare il miglioramento nell’inglese. Un piccolo inconveniente è stato quello di una maldestra incursione notturna nell’appartamento ad opera della polizia, probabilmente per accertare la ‘regolarità’ loro e di chi le accoglieva. Tuttavia, rimane il vivo sogno di un ritorno nella sua Odessa.
3 maggio – EVO e pannolini
Il salone del Centro Arrupe, oltre ad accogliere gli uffici del JRS durante il giorno, alcune sere a settimana diviene un vivace luogo di incontro per le attività dei gesuiti di Bucarest. Una di queste è stata l’organizzazione degli EVO di Avvento.
In un ambiente reso più colorato da masse di pannolini ammucchiati – donati per rispondere alle improrogabili esigenze dei rifugiati più piccoli – il gruppo del mercoledi sera si è incontrato per una messa e un momento di preghiera.
Inutile dire che l’atmosfera complessiva ne ha giovato notevolmente.
28 aprile – Un piccolo aiuto
A circa due mesi dallo scoppio della guerra è fondamentale organizzarsi per far fronte ai bisogni d’integrazione dei rifugiati ucraini, una dimensione vitale di fronte alla crescente possibilità di un lungo soggiorno in un paese straniero.
Corsi di lingua, assistenza legale, momenti ricreativi, sono dunque attività sempre più necessarie.
Tuttavia rimane vitale rispondere ai bisogni di prima necessità. A questo scopo, dall’inizio della crisi, negli uffici del JRS è stato realizzato un piccolo centro per la donazione di beni primari come alimenti di base, prodotti per l’igiene personale, pannolini ecc..
In aggiunta, vengono regolarmente organizzate giornate in cui, a seguito della presentazione di un documento d’identità, sono offerte piccole somme di denaro diverse a seconda della composizione del nucleo familiare. Un micro aiuto di base per le necessità di tutti i giorni.
21 aprile – Momenti di leggerezza
Al JRS siamo ben consapevoli che nulla di ciò che possiamo offrire, proporre e fare può cancellare le sofferenze e ripristinare le vite precedenti. Tuttavia, è sempre possibile cercare di alleviare il dolore umano. E davanti al sorriso di un bambino, la cui innocenza trova un’opportunità di gioia in tutto, anche le mamme possono vivere un istante d’intima consolazione.
E illumina il cuore osservare i momenti di leggerezza vissuti dalle madri insieme ai loro bambini , nel corso di una mattinata organizzata dal JRS alle piscine di Bucarest.
15 aprile – Speranza pasquale
Oggi come non mai, festeggiare la Pasqua e il suo significato apre orizzonti di speranza per tutti noi. Anche un piccolo gesto, una decorazione, un momento di spensieratezza può ricordare la gioia pasquale o per lo meno portare raggi di luce nel cuore di un bambino.
Con il coinvolgimento dell’Associazione Magic, I piccoli ospiti del JRS, hanno cominciato a prepararsi vivendo istanti di allegria alle prese con pennarelli, colori, carta, colla e forbici.
14 aprile – Sogni e speranze
Abir e Aicha Ben Hamza, sono due sorelle tunisine, studentesse di medicina in Ucraina fino allo scoppio della guerra. Fuggite dall’Ucraina in Romania, hanno soggiornato per tre notti negli alloggi del JRS.
Hanno apprezzato moltissimo l’aiuto, specialmente in quel momento difficile. Così si sono poi impegnate a loro volta nel sostenere altri rifugiati ucraini insieme al JRS.
Non è stato facile per loro arrivare in un nuovo paese lasciando tutto in Ucraina, compresi libri e computer. Ma, soprattutto, sono rimaste colpite dalla forza delle donne ucraine che – costrette a lasciare le loro famiglie – continuano ad affrontare da sole, con grande dignità, le difficoltà della vita da profughi in un paese straniero.
Il futuro è un punto interrogativo: Il percorso di studi è al centro delle loro preoccupazioni. Vorrebbero continuare a studiare medicina in Romania, dove le condizioni sono accessibili, ma l’iscrizione alle università rumene si è rivelata piuttosto complicata.
Ora sono alla ricerca di una borsa di studio per altre università mediche in Europa per realizzare il loro sogno futuro: aiutare gli altri come medici.
Guarda il video di Abir e Aicha su Instagram
11 aprile – Solidarietà dall’altra parte del mondo
La drammaticità del conflitto, la tragica sofferenza di vittime innocenti ha sollevato in molti di noi la domanda: e io che posso fare? Anche al JRS arrivano richieste e offerte di aiuto da ogni dove: non esistono ostacoli o barriere al bene.
Luiza, 25 anni, è arrivata a Bucarest dal Brasile come volontaria. Dopo la laurea in giurisprudenza, prosegue con un master in diritto internazionale. Con il JRS da appena due settimane, è già parte della squadra. Il suo sogno di aiutare la gente, semplice e carico di grandi responsabilità, ha incontrato le sofferenze delle decine di rifugiati ucraini di passaggio al centro.
8 aprile – Dovere e piacere
Decine di rifugiati ucraini, grandi e piccini, ospiti nostri e di altre strutture, hanno trascorso una mattinata insieme al Centro Arrupe del JRS.
Dopo un buffet ricco di bibite e dolci – offerto da alcuni nostri benefattori – I collaboratori del JRS si sono messi a disposizione come punto di riferimento per ogni loro necessità; sono poi state date informazioni legali indispensabili per il loro soggiorno rumeno.
Dopo l’ascolto attento di nonne, mamme e zie è arrivato il momento per i più piccoli. La sala d’accoglienza del Centro si è trasformata in un piccolo palcoscenico teatrale. Lo spettacolo, organizzato da Magic – un’associazione con cui collaboriamo – ha offerto momenti di spensieratezza, risate e luminosi sorrisi. Per tutti noi uno straordinario spiraglio di luce.
5 aprile – Piccoli doni
Una volontaria del JRS aiuta una ragazza a segnare il proprio nome su una lista appesa alla parete. Si tratta di un programma organizzato per gli ucraini. Domani, per chi lo desidera, è stata organizzata una giornata al bioparco, per grandi e piccoli. Gratuita, naturalmente.
Sono 26 i dipendenti al JRS di Bucarest, 16 i volontari regolari a cui si aggiungono diversi collaboratori.
1 aprile – Restituzione
Al momento i rifugiati ospitati sono 57. Oltre al piano, sono stati predisposti due locali a disposizione dei rifugiati, una sala giochi per bambini, e una sala per altre attività, tra cui ogni mercoledi si organizza un corso di Afro-Dance.
Il progetto è stato lanciato da Dorian, un rifugiato camerunense, in Romania da circa due anni e mezzo, che con lo scoppio del conflitto ha voluto dare il suo contributo gratuito a queste famiglie, ricordando quanto per lui sia stata importante la passione per la danza non appena arrivato in Romania, con tutte le difficoltà delle situazione. L’iniziativa è stata raccontata nel video della CNN:
31 marzo – Provvidenza
Grazie all’aiuto di un finanziatore, il JRS è riuscito ad affittare da martedi 15 marzo l’intero piano di un hotel quasi nel centro di Bucarest per alloggiare rifugiati ucraini che in questo modo possono avere sia uno spazio privato con una camera personale con bagno, sia uno spazio comunitario. Il corridoio del piano è diventato un vero e proprio luogo di incontro con tavolini e sedie. Il progetto è coperto fino alla fine di maggio.