Drammatizzazione della via Crucis con testi del cardinal Martini
Al cuore della stagione primaverile di San Fedele, dal titolo “echi di speranza”, il 27 marzo nella chiesa di San Fedele si è tenuta una drammatizzazione musicale della Via Crucis con testi del Cardinal Martini scritti per il Centro San Fedele nel 2010. Arie solistiche e corali tratti dalle Passioni di J.S. Bach si sono alternati con brani di Liszt, tra strumenti antichi, quartetto vocale di solisti, voci recitanti, chitarra elettrica e transizioni di musica elettronica. Una sintesi musicale per rappresentare il mistero della morte e risurrezione di Gesù, centro e fonte della speranza cristiana.
Due tradizioni spirituali a confronto in una prospettiva di sintesi, quella pietista luterana e quella cattolica. La drammatizzazione è stata commissionata dalla Fondazione Culturale Carlo Maria Martini che sostiene da diversi anni progetti di creazione musicale ispirati da tematiche bibliche.
Le meditazioni del cardinal Carlo Maria Martini non seguono l’ordine tradizionale della Via Crucis, ma presentano una successione biblica, alla stregua di un uso già attestato nel XVIII sec. e poi ripreso da papa Giovanni Paolo II nel 1991 al Colosseo. Colpisce il carattere sobrio e comunicativo del testo, capace di esprimere in maniera personale – al modo del salmista – la voce del credente e il suo canto di speranza davanti al mistero del dolore dell’abbandono di Dio. Il tono e il contenuto dei commenti di Martini fanno da contrappunto ai brani evangelici come corde di risonanza che vibrano attorno al suono fondamentale.
DUE ESTRATTI DALLE MEDITAZIONI DI CARLO MARIA MARTINI
Quarta Stazione
Gesù è rinnegato da Pietro
“Anche l’amico in cui confidavo anche lui che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno” (Salmo 40 (41),10).
Più ancora che per Giuda, tu ripeti, o Gesù, queste parole di delusione per il discepolo per cui avevi mostrato tanta cura! Ora egli ha paura, una paura che si impadronisce del suo corpo e fa tremare tutte le sue membra!
Gesù Signore, anche noi facciamo fatica a riconoscere pubblicamente la tua regalità. Talvolta non ci siamo dichiarati apertamente cristiani semplicemente per paura.
Ma il fatto che Pietro, che aveva avuto tanti segni di amore da parte di Gesù e che sembrava un uomo coraggioso e deciso sia stato vittima della paura, è anche motivo di conforto nelle nostre debolezze. Pietro aveva detto poco prima: “Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò”, e aggiungeva con grande insistenza “Se anche dovessi morire con te non ti rinnegherò”. Ora per pochissimo si smarrisce e si perde.
Signore Gesù, manda anche per noi qualcosa come il canto di un gallo che ci faccia riflettere; perché anche se abbiamo tradito il Signore possiamo piangere i nostri peccati ad averne il perdono.
Quattordicesima Stazione
Gesù è deposto nel sepolcro
Gesù che nel buio sulla terra e nel buio del sepolcro, hai chiesto a Dio perché ti aveva abbandonato, e nel buio del sepolcro rimani in attesa della risurrezione, facci intravedere che non c’è abisso fra cui non sia possibile invocare Dio. Ricordaci che le nostre prove sono parte del tuo venerdì Santo e che tu le vivi con noi e le superi in noi. Tu che lacerato e straziato dal dolore, hai elevato un alto grido prima di morire, accogli il nostro grido, concedici di giungere all’ultimo giorno della nostra esistenza terrena con la volontà di consegnare nelle mani del Padre il nostro spirito, la nostra vita e la nostra morte.
Signore della croce, aiutaci a riconquistare ogni giorno la legge del morire a noi stessi per vivere il primato assoluto di Dio, di te e del tuo Vangelo.
Il sabato santo è vissuto dai discepoli nella paura e nel timore del peggio. Il futuro sembra riservare loro sconfitte e umiliazioni crescenti. Il loro maestro è nella tomba. Maria vive una attesa fiduciosa e paziente, ella sa che le promesse di Dio si avverrano. Anche nel sabato del tempo in cui noi ci troviamo a vivere è necessario riscoprire l’importanza dell’attesa, gettare luce sul compito che ci aspetta e che ci è reso possibile dal dono dello Spirito del risorto.
Signore, nel tuo dono d’amore, in te riconosciamo il verbo di Dio fatto uomo. Noi abbiamo compreso la verità, la bellezza, la forza della fede, che tu offri a ciascuno di noi e a tutti quelli della famiglia umana, rimani con noi per sempre.