Grazie Francesco, “uomo di Dio”

Condividere la memoria grata di Papa Bergoglio, “uomo di Dio”. Così p. Arturo Sosa prova a rileggerne la testimonianza, nella conferenza stampa promossa ieri mattina presso la Curia Generalizia della Compagnia : “La sua motivazione profonda nella vita è stata quella di mettere in pratica la volontà di Dio, contribuire alla trasformazione dell’umanità per fare di questo mondo una casa degna per tutti gli esseri umani.
Non ha cercato di accontentare tutti o di misurare le sue prestazioni in base a un indice di popolarità. L’importante era ascoltarsi, dialogare con la complessità della realtà, scrutare i segni dei tempi e, nella preghiera, nella familiarità con il suo Signore, discernere ciò che è più conveniente in ogni momento”.
Il suo messaggio, “una vita dignitosa per tutti, un mondo casa comune in cui possiamo vivere come fratelli e sorelle, facendo delle differenze culturali il nostro patrimonio e incontrandoci, per arricchirci a vicenda”. Uomo che ha saputo acquisire “lo sguardo misericordioso di Dio sulla complessità umana e ha dato la sua vita per aprire spazi più grandi per la vita comune”.
Circa il dopo, poche e chiare parole: “Sarà lo Spirito Santo ad avere il compito di ispirare l’elezione. Il conclave si riunisce per eleggere il successore di Pietro, non di Francesco. Ogni Papa è scelto per indossare i “sandali del pescatore”, di quello che Gesù ha posto a capo della comunità dei suoi discepoli”.
Poi ricorda “la Compagnia di Gesù è nata per servire la missione della Chiesa sotto la direzione diretta del Papa. I gesuiti fanno voto di obbedienza al Papa riguardo alla missione da svolgere. Non appena il nuovo Papa sarà eletto, ci metteremo a sua disposizione, come abbiamo fatto per più di 450 anni”.
Tanti i giornalisti presenti e collegati online. Dalle domande emerse diverse le riflessioni condivise:
Le qualità del prossimo Papa
“Cerchiamo un altro uomo di Dio, con uno sguardo universale. Non internazionale, come le multinazionali, ma universale, che sappia partire dal riconoscere le differenze che non sono barriere ma possibilità di arricchimento ed incontro, permettendo a tutti di ricevere il volto misericordioso di Dio nella propria cultura”.
Il discernimento nel cuore della Chiesa
“É l’insegnamento di Ignazio. Tutta la Compagnia lo ha sperimentato anche nell’ identificazione delle Preferenze Apostoliche Universali, processo da lui sostenuto con forza. Il discernimento è l’ascolto nel profondo degli altri e dello Spirito negli altri. Per la Chiesa è cruciale per definire le scelte importanti. Ma non c’è vero discernimento se non c’è vita di preghiera, se non c’è l’incontro con Dio. Pregava e chiedeva preghiere, per decidere secondo lo Spirito”.
Gesuita tra i gesuiti
“Bergoglio era una persona normale, in particolare quando incontrava i gesuiti. Riconosceva i suoi limiti. Non pensava di avere sempre ragione. Era una persona che ascoltava. Una volta, mentre eravamo in Curia con 40 fratelli gesuiti, una vocazione particolare e diversa da quella sacerdotale, è venuto a trovarci a sorpresa e ha ascoltato le domande che gli hanno posto con franchezza su questa vocazione specifica”.
Chiesa e riforma
“Un riformista? Ha avviato quanto definito dal Concilio Vaticano II, sapendo che non sarebbe bastato certo il tempo della sua vita”. Sul tema degli abusi “oggi la Chiesa ha fatto passi avanti”. E ancora il ruolo dei laici: “voleva il laicato al centro della Chiesa, per condividere la responsabilità della missione, il riconoscimento del ruolo delle donne, anche nella Chiesa. Francesco in questo senso ha aperto una porta”.
Canonizzazione
“Nel cammino per il riconoscimento della santità c’è un percorso da fare. Il tempo è importante. Si matura, si conosce la storia. E poi ricordiamo la devozione popolare. Sappiamo che il suo invito costante è stato che noi diventiamo Santi”.
Rapporti con la Cina
“Mi auguro che si prosegua nella direzione tracciata. Oggi abbiamo una Chiesa capace di essere presente nella vita normale, una chiesa piccola ma una chiesa viva, non perseguitata”.
Una Chiesa dialogante
“Aiutava a mettere le differenze di posizione sul tavolo e non fare giochi alle spalle. Ha sopportato critiche e opinioni contrarie ma ha provocato il dialogo con persone che la pensavamo in modo diverso da lui. Nella Chiesa sinodale ci saranno sempre differenze. Devono emergere per poter discernere. Questo va a lui riconosciuto: il dare legittimità alla discussione nella Chiesa, dialogare da punti di vista diversi e arrivare ad altri che non sono quelli iniziali”.
Priorità ed eredità
“Pace pace pace. Papa Francesco l’ha gridato in ogni occasione. Una preghiera e argomento costante. Messaggio importante per l’oggi”. La sua eredità è l’impegno a seguire la volontà di Dio, per la possibilità di riconciliarsi.
Il Papa e i gesuiti
“Non ha mai nascosto la sua identità gesuita. Ma è solo un modo di essere nella Chiesa. Chiamato al ministero petrino ha accompagnato la Compagnia di Gesù come Papa nel discernimento delle Preferenze Apostoliche e di essa si è servita”.
“Quando Papa Francesco è stato eletto ero in un paese del Venezuela alla frontiera con la Colombia. La sua figura era un po’ discussa in America Latina. Quale Francesco intendeva? Saverio, Borgia, Régis? San Francesco di Assisi era lontano. Non era un riferimento alla Compagnia, ma ispiratore per tanti. P. Nicolas, allora Generale, si è messo subito in contatto con lui, mettendosi a sua disposizione, stabilendo una relazione fraterna, testimoniata dai tanti incontri con i gesuiti avuti nei suoi viaggi. La Compagnia ha sostenuto al massimo delle possibilità il suo processo ecclesiale. Ne usciamo sfidati ad essere davvero fondati nel carisma”.
“Ha chiesto alla Compagnia di pregare Dio per avere consolazione, come Gesù nel Getsemani, di identificarsi con le persone sofferenti. Uomo di p arole e segni, documenti sfidanti e gesti in tutto il mondo. Ci ha aiutato a vedere in modo più complesso ed evangelico”.
“Ho sentito una bellissima omelia del Card. Angelo Rosi, Arcivescovo di Cordova, per ringraziare per il dono di Francesco. L’ attuale Provinciale di Argentina e Uruguay era commosso e si chiedeva come portare avanti questa eredità.
Ringraziamo per questo dono di Francesco, di Jorge Mario”.