In Compagnia, verso il 2025, alla ricerca del Santo Arrupe
Un incontro per scambiarsi gli auguri di Natale e presentare le ultime notizie relativa alla vita della Compagnia di Gesù. Il 5 dicembre, presso la Curia Generale, il padre Generale, Arturo Sosa, e lo staff che cura la comunicazione, ha incontrato una quarantina di giornalisti di testate internazionali attenti all’attualità ecclesiale. La prima sottolineatura è stata sul decennio dalla rifondazione dell’Apostolato della Preghiera come Rete Mondiale di Preghiera del Papa e sulla nomina, dal 1º gennaio 2025, di padre Cristóbal Fones, come nuovo direttore internazionale. Padre Fones ha ricordato che nel 2014 l’Apostolato della Preghiera ha subito una trasformazione significativa iniziata, nel 2010, dall’allora Superiore Generale della Compagnia di Gesù, il p. Adolfo Nicolás, che ha incoraggiato la riflessione e l’approfondimento di questa tradizione spirituale. Padre Fones ha spiegato che la Rete è una missione ecclesiale e universale e, riferendosi all’ultima enciclica di Papa Francesco, Dilexit Nos, ha sottolineato che la spiritualità del cuore di Gesù è importante in un mondo che ha perso il suo cuore, al fine di trasformarci per costruire un mondo più giusto e fraterno di fronte alle sfide contemporanee, come le guerre e le disuguaglianze socio-economiche. È in linea con ciò che la Rete Mondiale di Preghiera del Papa propone un itinerario spirituale chiamato La Via del Cuore, un percorso di trasformazione interiore per vivere la missione di compassione di cui il mondo ha tanto bisogno. Un percorso strutturato in nove tappe che si ispira agli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio.
«Accompagniamo il Papa nel discernimento delle intenzioni di preghiera ogni mese e di richieste più specifiche, durante l’Angelus o le udienze del mercoledì», ha detto Fones. Le Rete cura anche il Video del Papa, che dal 2016, raggiunge oltre 22 milioni di persone, tradotto in 23 lingue ufficialmente. In 90 Paesi in cui la Rete è presente team, riviste, opuscoli, disegni, attività vengono distribuiti per stimolare valori e orizzonti. Non solo intenzioni ma anche aiuto nella preghiera con Click to pray, strumento semplice per pregare in tre momenti della giornata, per aprire il cuore e le mani agli altri, al mondo.
Percorsi formativi sono disponibili in tutto il mondo, attraverso il MEG, il Movimento Eucaristico Giovanile.
L’incontro è servito anche a fare il punto sul processo di beatificazione di padre Pedro Arrupe. Chiusa la fase diocesana del processo, ha detto padre Pascual Cebollada, postulatore generale della Compagnia di Gesù, adesso gli atti passano al Dicastero per la Cause dei Santi, per la stesura della positio. Per prima cosa si procederà a scrivere una biografia documentata, che sarà basata sulle 10 mila pagine di scritti selezionati tra gli inediti di padre Arrupe, del periodo tra il 1965 e il 1983, e le circa 70 testimonianze orali pervenute al Vicariato. «Dovrebbe concludersi entro due anni. Dobbiamo offrire un’immagine autentica di padre Arrupe, che renderà conto delle 11 virtù applicate al Servo di Dio. Nelle 20 scatole di documenti si trova la chiave del perché e per chi ha vissuto in un certo modo. Non cerchiamo solo il missionario, l’uomo di governo o il profeta che fu, ma il santo». Al postulatore di Arrupe darà una mano anche padre Federico Lombardi, che ha ricordato la forte devozione del Servo di Dio per il Cuore di Gesù.
Padre John Dardis, che dalla comunicazione è passato al servizio di assistente, un lavoro più a stretto contatto con il Generale (dal 1º luglio il direttore dell’Ufficio comunicazione è p. Chukwuyenum Afiawari), ha ricordato due progetti innovativi che la Compagnia ha messo in campo: con la provincia di Spagna il progetto per la formazione di facilitatori per il discernimento comunitario, «un ministero fondamentale in una Chiesa che vuole andare avanti nel cammino sulla sinodalità». E, con l’India, un progetto di formazione per i giovani adulti che lasciano l’università, che segue strade diverse, dalla bellezza, alla preghiera alla solidarietà con i poveri.
Infine, nel saluto finale, il padre Generale ha ricordato che «il Padre Nicolas parlava di “Noi, il Generale”, proprio a indicare che senza chi lo supporta, senza una comunità fraterna, il Generale non è nulla». Oggi, ha detto Sosa, i gesuiti sono una minoranza, e tutte le opere e il lavoro svolto è possibile grazie ai tanti uomini e donne che camminano con la Compagnia. Infine il pensiero al cammino verso la beatificazione di padre Arrupe: «Sono entrato in Compagnia dopo la sua elezione. È stata una relazione molto di cuore. Noi lo chiamiamo il secondo fondatore della Compagnia».