La scelta di Michael
Un cammino di dieci anni, ricco di esperienze non solo educative ma anche formative hanno accompagnato Michael Debono, 32 anni, all’ordinazione. Le difficoltà, le emozioni, il ruolo della famiglia, i sogni. Così si racconta un giovane sacerdote gesuita.
Un cammino di dieci anni, ricco di esperienze non solo educative ma anche formative hanno accompagnato Michael Devono, 32 anni, all’ordinazione. L’ incontro con la Compagnia al Collegio Sant’Aloysius frequentata da quando aveva 10 anni. “Sono rimasto affascinato dal loro modo di celebrare la Messa, spiegare la Bibbia, vivere insieme una spiritualità con i piedi per terra e la loro attenzione ai poveri. La percezione di una chiamata a servire a 13 anni. Poi gli studi di matematica e fisica all’università di Malta. Le emozioni, il ruolo della famiglia, i sogni e timori il giorno dopo l’ordinazione. Così si racconta un giovane sacerdote gesuita.
Non si può entrare in un rapporto profondo senza dare tempo all’altro, e questo è ciò che la preghiera ha fatto per me nel mio rapporto con Dio. Anche il costante sostegno di un direttore spirituale è stato decisamente utile.
I tempi di Dio
Dovevo essere ordinato all’inizio di quest’anno, ma tutti i piani sono stati ripensati a causa della pandemia. La conferma è arrivata solo un paio di settimane prima! Per fortuna, ho vissuto il mio ritiro di otto giorni e questo mi ha preparato a vivere in pienezza il momento.
La prima chiamata a 13 anni…
Molti anni fa, quando avevo tredici anni, ho sentito forte il desiderio di servire il popolo di Dio, e l’immagine del Buon Pastore è rimasta sempre con me fin dall’inizio, quella che ho scelto per comunicare la mia Ordinazione. Un desiderio che è rimasto forte in me. La mia speranza è essere un canale attraverso cui le persone possano avvicinarsi a Dio.
Le emozioni il giorno dell’ordinazione
Non riuscivo a credere che il giorno fosse finalmente arrivato. Emozione, paura, responsabilità all’idea di essere un veicolo dell’amore di Dio nella mia povertà. Ho sentito forte le parole di Dio “sarò con te”, e questo mi ha dato pace.
La famiglia
Mia madre mi ha comunicato più volte la gioia e la soddisfazione che uno dei suoi figli abbia scelto questa strada. Ad ogni momento del rito mi ha detto, continuava a chiedersi “è davvero mio figlio? Una grande grazia”. So di poter contare sulle sue preghiere per questa missione e le inevitabili difficoltà che presenterà. Emozione e gioia hanno accompagnato tutta la mia famiglia, giovani e anziani.
Nel cuore…
C’è un momento che mi è rimasto dentro: quando siamo saliti sull’altare, io e gli altri quattro diaconi e abbiamo guardato gli altri cinque. I nostri occhi si sono incontrati e abbiamo condiviso nel profondo la gioia e il sollievo.
Desideri e sogni per il futuro
Essere veramente presente per le persone, come il Buon Pastore nel mondo di oggi, così pieno di sfide. Non vedo l’ora di poter avvicinare le persone a Dio attraverso il sacramento della riconciliazione. Quando ci guardiamo intorno è così facile sentire un senso di impotenza. Anche gli Apostoli erano timorosi all’inizio, chiusi in una stanza, eppure, pieni di Spirito Santo, sono usciti e hanno iniziato ad annunciare la Buona Novella. Sento di poter fare la mia piccola parte per cambiare il mondo. Tutti noi, non solo come sacerdoti ma come cristiani, possiamo dare il nostro contributo, confidando nel Signore e attraverso Lui, scoprirci figli redenti di Dio! Spero con la mia gioia e il mio servizio di riuscire ad avvicinare le persone a Dio e forse rendere il mondo un posto migliore. Come diceva Madre Teresa a proposito del servizio ai poveri: “Noi stessi sentiamo che quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.