Andrea Dall'Asta
Eclissi. Oltre il divorzio tra arte e Chiesa
Quando consideriamo l’arte liturgica contemporanea, restiamo troppo spesso delusi nel trovarci di fronte a rappresentazioni “di plastica”, a pallide ombre che vorrebbero rievocare le splendide testimonianze della nostra tradizione cristiana. Immagini seriali prefabbricate, superficiali, disincarnate. Riscontriamo forme sin troppo viste, troppo stancamente ripetute, caricature di una spiritualità edulcorata e sentimentale che non mette in gioco nessuno. Tutto appare già troppo detto. Tutto sembra cadere nella banalizzazione di un Dio che non ha più nulla da dire all’uomo di oggi. Troppo spesso, poi, gli spazi ecclesiali sono violati e feriti nella loro secolare armonia. La presenza ingombrante di qualcosa d’incongruo e d’invasivo, che non riesce a integrarsi, emerge con prepotenza come una dolorosa ferita.
Tra le diverse espressioni figurative contemporanee, in un’imbarazzante mediocrità delle proposte, esiste tuttavia un comune denominatore: lo sguardo rivolto al passato. A colpire è il modo con il quale l’immagine liturgica volta le spalle al tempo presente. Che si tratti della ripresa di uno sfolgorante neo-bizantino, o di un asciutto neo-primitivismo medioevale, oppure di una brillante rivisitazione di modelli rinascimentali o di accademici stilemi barocchi, rimodulati anche nei loro aspetti più sensuali e ambigui, colpisce il modo con il quale l’immagine liturgica sembra non avere contatti con la cultura del proprio tempo. Come spiegare questo fascino per un passato così potentemente seducente? È forse un segno dell’incapacità di vivere il tempo presente? Non è questo un fatto di poco conto. Riflettere sui modelli rappresentativi della fede non significa infatti porre un problema squisitamente estetico, ma andare al cuore della vita ecclesiale, del suo rapporto col mondo. È una questione d’incarnazione.
Il testo di Andrea Dall’Asta cerca di compiere per la prima volta nel contesto italiano un’analisi dell’arte liturgica contemporanea, sia negli aspetti più problematici, sia in quelli più significativi, cercando di porre le basi per un reale dialogo tra arte liturgica e mondo di oggi.