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Magis.Gruppo India: i progetti in Vietnam

Padre Gianni Di Gennaro SJ, presidente del Gruppo India dal 2007, da poco rientrato dal Vietnam, fa il punto sui progetti nel paese asiatico, in questa intervista rilasciata alla newsletter del Magis.

Che impressione le ha fatto il Vietnam?
In Vietnam è in atto un processo di trasformazione culturale e sociale non pianificato e non del tutto controllabile dal governo. I giovani delle grandi città si vestono all’occidentale, ascoltano musica rock, si comportano come i loro coetanei di Tokyo, New York o Milano. Un cambio di usi e costumi causato anche dai milioni di vietnamiti residenti all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, Australia e Francia; introducono stili di vita, di pensiero e scelte che saranno determinanti, in futuro, sulla vita generale del Paese. Tutto ciò è osservabile soprattutto in città, mentre nelle zone rurali, dove vive il 73% della popolazione, il panorama cambia radicalmente se si considera che il Vietnam, paese poco più grande dell’Italia, conta 85 milioni di abitanti. La maggioranza della popolazione è buddista e con i confuciani, i taoisti e gli ancestrali raggiungono l’85%, i cattolici (7%), i protestanti (1%) e una piccolissima minoranza è musulmana. In questo scenario le attività sociali e culturali della Chiesa cattolica, e in particolare dei gesuiti, raggiungono una popolazione molto diversificata per appartenenza religiosa.

In che modo interviene il Gruppo India?

Il Comitato Gruppo India, in collaborazione con il Padre Tam SJ, sostiene nel sud del paese numerosi progetti sociali e culturali diretti da suore e sacerdoti diocesani. Di particolare interesse sono la creazione di piccole infrastrutture per la purificazione e distribuzione dell’acqua potabile attraverso la costruzione di veri e propri acquedotti e pozzi artesiani, il microcredito per centinaia di piccoli gruppi di donne e nel settore educativo e sociale la rete delle scuole materne, degli istituti per disabili e degli orfanotrofi. Infine le borse di studio per poveri giovani impegnati negli studi universitari. Nelle aree rurali l’accesso all’acqua potabile è difficile nonostante la ricca rete di canali e fiumi di acqua dolce, ma inquinata. Una parrocchia ha così deciso di costruire un impianto di purificazione prelevando l’acqua da un canale e distribuendola a 1.100 famiglie attraverso una rete di tubi. Anche una caserma militare riceve “l’oro bianco”. Tutti pagano una piccola quota per il servizio e per coprire i costi di manutenzione dell’impianto. Il successo dell’iniziativa riscontrabile nella popolazione locale che oggi è meno esposta a malattie legate all’inquinamento dell’acqua, ha incoraggiato altre parrocchie a seguire l’esempio. Il Gruppo India non farà mancare il suo sostegno per le spese iniziali, consapevoli di promuovere e accompagnare progetti che nascono dal basso: gli unici capaci di creare un’ampia partecipazione e responsabilizzazione tra le persone. La pratica del microcredito, organizzata all’interno di un gruppo di 10 donne, genera processi di solidarietà e condivisione capaci di raggiungere altre persone non appartenenti al gruppo e provate da particolari eventi dolorosi. Questi ultimi processi, non pianificati nello stadio iniziale dell’attività, sono indicatori di una responsabilità matura, di una gestione autonomia e di una creatività sociale capace di soccorrere i più deboli. Inoltre tutto ciò contribuisce a valorizzare il ruolo sociale di molte donne invitate a partecipare e intervenire sulle decisioni più importanti per la vita e gestione del villaggio.

Cosa comporta lavorare in un paese a maggioranza buddista?
Stare con la gente sapendo che ciascuna persona è immagine del Dio vivente. Un’immagine, molto spesso, lacerata e deturpata dall’ignoranza, dalla povertà e dall’avidità dei potenti. Contribuire a ricomporre l’immagine di Dio è un lavoro che richiede spiritualità, competenze e grande generosità. Da questo primo incontro con il Vietnam, percepisco che ci si muove in questo senso. Molte giovani forze sono impegnate a costruire un clima di collaborazione e là dove è necessario di riconciliazione: non dimentichiamo che il Paese ha vissuto molti anni di guerra e di violenza di cui ancora oggi si conservano le tracce.

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