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Magis in Ciad: la cura delle mamme nella lotta all’epatite

Ridurre la trasmissione verticale materno-infantile dell’epatite B nell’area urbana e periurbana di N’Djamena, in Ciad, attraverso lo screening e cura delle mamme incinte e la vaccinazione di 500 neonati entro 24 ore dalla nascita: è l’obiettivo del progetto “Lotta all’epatite B, screening e cura della salute materno-infantile in Ciad” organizzato da Volontari Terzo Mondo Magis (VTM) e dalla Fondazione MAGIS. Il progetto finanziato dalla Regione Veneto (CS2023B), si inserisce in una iniziativa più vasta dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo intitolata “Per un sistema sanitario resiliente nella terra di Toumai – SiSaTou AID 12590/09/8”. Il 21 maggio è stato presentatao al Centro Candiani di Mestre, al convegno “Dal Veneto una nuova speranza per mamme e neonati del Ciad” .

Grazie alle campagne di screening e sensibilizzazione, sta crescendo nelle donne incinte la consapevolezza della necessità di sottoporsi a test diagnostici per prevenire la trasmissione della malattia al figlio. Le donne incinte risultate positive ricevono un accompagnamento non solo medico (ARV) ma anche psico-sociale fino al parto. Il neonato poi viene vaccinato. I vaccini, che per le madri di numerosi figli sarebbero troppo costosi, sono forniti gratuitamente dal Ministero della Salute.

Il progetto è sviluppato nell’area urbana e periurbana della capitale N’Djamena. Le madri sono accompagnate durante tutto il periodo della gestazione, sia a livello sanitario che psico-sociale, fino al momento del parto.

Sono cinque i Centri di Salute collegati con il complesso ospedaliero CHU-BS nei quali vengono effettuati i test diagnostici rapidi. Un ruolo fondamentale è svolto dalle ostetriche e dagli agenti socio-sanitari e sociali non solo dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista dell’informazione e del sostegno psico-sociale.

Oggi nel mondo si stimano in oltre 350 milioni le persone che convivono con l’epatite virale. Ogni 30 secondi una persona muore a causa di patologie legate all’epatite. 9/10 persone ignorano di essere affette dalla malattia. In Africa, solo circa il 6% dei neonati riceve tempestivamente la dose di vaccino contro l’epatite B.

L’epatite impatta in modo significativo non solo sulla vita del malato ma sull’intera economia del paese in quanto causa invalidità (cirrosi epatica e cancro del fegato) e mortalità. Si tratta quindi di un problema di salute pubblica preso ampiamente in considerazione nell’Agenda 2030, in particolare nell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 3 “Salute e benessere” che cita espressamente tra i suoi target la lotta all’epatite: “Entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili”.

Al convegno sono intervenuti: Fabio Minniti (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – sede di Niamey), Agostino Candito (Regione Veneto), Giuseppe Sbalchiero (Presidente VTM Magis), Andrea Sperandio (Presidente Mestre mia). L’incontro è stato moderato da Giovanni Sarpellon, noto sociologo di Venezia e tra i primi volontari internazionali veneziani andato in Ciad oltre 50 anni fa. Relatori: Sabrina Atturo (cooperante Fondazione MAGIS), Sandro Panese (Direttore malattie infettive Aulss 3), Ali Mahamat Moussa (focal point nazionale epatiti in Ciad).

“L’elevata diffusione del virus ha richiesto un approccio globale che include la prevenzione dell’infezione nelle giovani donne, lo screening durante la gravidanza, la cura e il monitoraggio delle donne incinte con epatite B cronica, e la somministrazione del vaccino contro l’epatite B ai neonati entro le prime 24 ore dalla nascita – ha raccontato Sabrina Atturo, cooperante della Fondazione MAGIS e Capo programma – Finora le donne testate sono state 2548; le donne incinte invece risultate positive al virus dell’epatite B, e sottoposte subito a trattamento con antiretrovirali, sono ben 276”.

Una lotta a sostegno della qualità della vita e della sopravvivenza di neonati e bambini, un progetto che mira a sensibilizzare anche il Ministero della Salute del Ciad per l’attuazione di un programma di vaccinazione dei neonati contro l’epatite B nelle aree più esposte e periferiche del Ciad.

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