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Meg, il mondo in uno schermo… e nel cuore

Davanti a uno schermo, per un intero pomeriggio, ognuno nella sua casa: chi a Ginevra, qualcuno a Bruxelles, due negli Stati Uniti, una a Kuala Lumpur, molti a Roma, Napoli, Cagliari, Reggio Calabria e, via via, in tutte le città dove gli Amici del MEG vivono. Alla fine si sono riuniti in 160.

Commozione. È la prima parola che sale alle labbra ripensando all’Incontro nazionale degli Amici del MEG di sabato 30 maggio 2020. In quel week-end si sarebbe dovuto tenere l’ormai abituale appuntamento annuale di tre giorni a Bassano Romano. Avendo però dovuto annullare l’incontro, si è pensato di potersi ritrovare, come è oramai consueto di questi tempi, davanti a uno schermo, per un intero pomeriggio, ognuno nella sua casa: chi a Ginevra, qualcuno a Bruxelles, due negli Stati Uniti, una a Kuala Lumpur, molti a Roma, Napoli, Cagliari, Reggio Calabria e, via via, in tutte le città dove gli Amici del MEG vivono. Alla fine si sono riuniti in 160!

“Non temere” era l’invito su cui riflettere, e padre Narciso Sunda, gesuita e parroco a Catania, con grande generosità ha aiutato a leggere due “sì” della Scrittura in cui molti dei “presenti” avevano avuto occasione di pregare in passato in tante occasioni della loro vita: il sì dell’Annunciazione e quello di Gesù nel Getsemani. Impossibile riassumere tutti i preziosi spunti di riflessione che sono stati offerti e le intuizioni e le scintille di luce che sono state regalate.

Anche la dimensione comunitaria, contrariamente a quello che si sarebbe potuto presumere prima dell’incontro, è stata fortissima. È stato per tutti emozionante vedere i volti di tanti fratelli e sorelle, amici da decenni, in qualche caso lontani da anni, in quei rettangolini di Zoom che ci sono ormai familiari come “sostituti virtuali” della nostra quotidianità.

Ed è stata una bellissima esperienza essere smistati, al termine della relazione, nelle “stanze” di condivisione, una condivisione – dopo i primi istanti di esitazione – potente, intima e vera come quella fatta in presenza.

L’esperienza ha offerto al MEG l’opportunità di riflettere sulla possibilità e l’opportunità di integrare, almeno con gli adulti, le proprie attività con queste modalità di incontro a distanza. Far sentire la propria vicinanza ad amici che vivono lontano, condividere con immediatezza gioie e dolori, materiali, riflessioni, immagini vecchie e nuove con una comunità sparsa su un territorio molto vasto e, talvolta, che ha difficoltà a spostarsi, potrebbe diventare un modo di sentirsi più vicini durante il corso dell’anno. Perché si è potuto sperimentare che la comunione, l’amicizia vera, l’esperienza dell’amore, anche in questo modo, restano immutate e custodite in fondo al cuore.

È un’ipotesi alla quale pensare, a fianco, ovviamente, degli appuntamenti reali, vivi, di carne. Perché vogliamo – dobbiamo – tornare ad abbracciarci.

 

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