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Noviziato, un tempo “mitico” per dire grazie

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

“Il primo istante, solo, nella mia nuova stanza. L’incontro con il padre maestro, la prima messa. La prima volta insieme agli altri novizi tra i carrugi di Genova. E le partite a pallone. I voti. Gli amici e i genitori in visita!”. Sono passati 8 anni da quando Cristiano, ora Scolastico, è entrato in noviziato: 2 anni di discernimento per verificare la chiamata a divenire gesuita. Così, con nostalgia e gratitudine ricorda quel tempo prezioso, insieme a tre suoi compagni.

“Nel cuore è sempre vivo il ricordo di quel tempo, il sentirsi una comunità e percepire Dio vicino. Incontrarlo in ogni cosa, in se stessi. Raccontarsi in trasparenza al padre maestro, intimamente ai compagni di noviziato, a viso scoperto nella pastorale”.

“Porti con te anche i dubbi e le domande scomode che ti accompagnano” ricorda Andrew “ma gli occhi gradualmente cambiano”. I colloqui con il padre maestro “insegnano gradualmente a individuare le resistenze, sradicarle, coltivare i buoni desideri, accogliere l’altro, comprendere davvero come Dio scrive dritto su linee storte”.

“Una diversità evidente tra noi”ricorda Ambrozie, “ciascuno nella sua unicità parte di un disegno che sa di famiglia, che cammina e cresce insieme. Un dono grande per conoscere meglio i propri sogni, desideri, talenti e limiti ma anche il carisma, la spiritualità ignaziana, la Compagnia e il suo modo di procedere”. Un sapiente alternarsi di tempi personali e comunitari: preghiera, condivisione, studio, attività pastorali. “E poi il giovedì, giorno libero, riservato alle nostre gite”.

Tante le esperienze forti: “Dall’incontro con numerosi gesuiti al pellegrinaggio in povertà, al mese in ospedale, alle notti passate a parlare dei vangeli con gli universitari” racconta Cristiano. “Il mese di Esercizi mi ha aiutato a scoprire chi sono veramente davanti al Signore” aggiunge Ambrozie “come le attività pastorali a conoscere le comunità apostoliche”. Poi i piccoli esperimenti: “proposte estive per 15/30 giorni, come quella vissuta in una comunità di recupero per detenuti tossicodipendenti che mi ha insegnato cosa significa la nostalgia della libertà”.

Due anni in un luogo preciso, la grande casa di Genova, fatta di piccole stanze, su più piani fino al belvedere. “Tempo per scrutare il mare all’orizzonte, la nostra vita. Tempo prezioso per imparare a dire il nostro grazie”.

 

 

 


 

Il noviziato dei gesuiti EUM, che ha sede a Genova, è la tappa iniziale del cammino di formazione: due anni per verificare in maniera più profonda il proprio desiderio di seguire il Signore. Assi portanti dell’esperienza sono: la preghiera – personale e comunitaria –  per la costruzione di una relazione più matura con il Signore; la vita comunitaria, fatta di studio, servizio, sport e tempo libero; la formazione al carisma attraverso la lettura dei testi fondativi della Compagnia e le collaborazioni apostoliche, a Genova e quelle estive, che aiutano a maturare lo stile e il modo di procedere proprio della Compagnia.

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