Padre Generale. Con Papa Francesco all’inizio del suo Pontificato
Di seguito la lettera che il 26 marzo il Padre Generale ha inviato a tutta la Compagnia, intitolata “Con Papa Francesco all’inizio del suo Pontificato”.
A TUTTA LA COMPAGNIA
Cari fratelli in Cristo,
nella solennità di San Giuseppe ho avuto la possibilità di concelebrare la Santa Messa inaugurale di Papa Francesco insieme al Ministro Generale dei Francescani, che è anche Presidente dell’Unione dei Superiori Generali, unici due non-cardinali. Riflettendo su questa esperienza e sugli altri eventi di questi giorni, ho sentito il bisogno di scrivere nuovamente alla Compagnia. E lo faccio volentieri.
È evidente che tutta la Chiesa sta osservando e ascoltando le parole e le azioni del nuovo Papa con grande attesa. Un clima generale di speranza è percepito in maniera tangibile in tutto il mondo. C’è una perfetta corrispondenza tra questa speranza e il nome Francesco che il Papa ha scelto, come un annuncio di rinnovamento e di riforma che la Chiesa stessa desidera per tutti noi.
In due occasioni Papa Francesco ha preso l’iniziativa di chiamarmi personalmente al telefono e, con un vivo desiderio di comunione spirituale ed ecclesiale, ci siamo incontrati nel pomeriggio di domenica 17 marzo in clima fraterno e di grande cordialità.
Dovunque nel mondo sono numerosi i segni di affetto e di gratitudine verso i gesuiti. Quando alcuni Cardinali mi si sono avvicinati il 19 marzo per congratularsi con me per l’elezione, ho ricordato loro, per mettere una nota di umorismo e di leggerezza, che è stato il Collegio dei Cardinali, in ascolto della voce dello Spirito Santo, ad aver dato questo Papa alla Chiesa.
Papa Francesco si sente profondamente gesuita e lo ha manifestato in diverse occasioni in questi giorni. Troviamo un segno evidente di ciò nel suo stemma papale, così come nella risposta cordialissima del 16 marzo alla mia lettera del 14.
La Compagnia continua ad essere unita al Santo Padre nella persona di Papa Francesco che abbiamo come Superiore. Di fronte alle complesse questioni e ai problemi che egli dovrà affrontare, noi gesuiti, suoi fratelli, dobbiamo riaffermare il nostro sostegno al Santo Padre e offrirgli – senza condizioni – tutte le nostre risorse e il nostro aiuto, sia in campo teologico che scientifico, amministrativo o spirituale.
Siamo consapevoli che i nostri sforzi sono limitati e che noi tutti portiamo il peso di una storia di peccato che condividiamo con tutta l’umanità (CG 35, D. 1, n.15). Ma noi sperimentiamo anche la radicalità della chiamata di Dio che ci invita, come S. Ignazio a Manresa, a guardare al futuro e a vedere tutte le cose sotto una luce nuova. Questo è il momento di far nostre le parole di misericordia e di bontà che Papa Francesco ripete in maniera così convincente e di non lasciarci prendere dalle distrazioni del passato, che possono paralizzare i nostri cuori e portaci a interpretare la realtà a partire da valori che non si ispirano al Vangelo.
L’obbedienza al Romano Pontefice ci spinge ancora una volta ad ascoltare con apertura di cuore le sue indicazioni sulla nostra missione (CG 35, D. 1, n.1) in modo che, come lui stesso ha suggerito, possiamo essere testimonianza di una vita dedicata totalmente al servizio della Chiesa … e lievito evangelico nel mondo. Da parte nostra, sarebbe arrogante pretendere che il Papa debba confermare tutte le nostre opinioni, come se noi gesuiti non avessimo bisogno di conversione, correzione e rinnovamento spirituale. È solo partendo da un atteggiamento di umiltà che saremo in grado di cooperare nella costruzione di una Chiesa povera e per i poveri, che può crescere sempre di più ogni giorno, secondo il cuore di Dio e di suo figlio Gesù.
Senza alcun tipo di trionfalismo, rendiamo esplicita con rinnovato vigore e slancio la vicinanza della Compagnia al nostro fratello Francesco. Questo è il momento di rispondere alla sua richiesta: pregare con lui e per lui. Come amici nel Signore, ci proponiamo di accompagnarlo nel suo cammino di Croce e di Vita e, secondo la nostra spiritualità ecclesiale, ci mettiamo a sua disposizione con gli stessi sentimenti di gioia e di fiducia vissuti da tutta la Chiesa.
Mentre ci prepariamo alle feste pasquali, Dio Padre ci conceda la grazia di sentire la gioia della nostra vocazione ad essere minima Compagnia di Gesù.
Fraternamente in Cristo,
A. Nicolás, S.J.
Superiore Generale