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Roma, Chiesa del Gesù: inagurato il nuovo presbiterio

Il 12 giugno Monsignor Daniele Libanori ha benedetto i poli liturgici dell’ambone, dell’altare e della sede posti nella loro nuova sistemazione. Il 14 giugno si è tenuta la presentazione ufficiale dei lavori con il Cardinale Vicario De Donatis, la Fondazione Roma che ha finanziato i lavori e gli altri Enti interessati.

Durante la benedizione del 12 giugno, solennità della Santissima Trinità, Monsignor Daniele Libanori, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per il settore centro e già Rettore della chiesa del Gesù, ha voluto ricordare nell’omelia quale fosse il desiderio di sant’Ignazio per l’edificazione della chiesa dell’Ordine da lui costituito.

Il progetto di adeguamento si è realizzato in obbedienza al Concilio Vaticano II. Si è, infatti, desiderato riportare nell’aula celebrativa quegli elementi o poli liturgici che erano stati decostruiti o semplicemente ridotti dopo la riforma operata dal Concilio di Trento. Tra questi vi sono l’ambone e la sede-cattedra, elementi presenti sin dall’antichità cristiana che la instauratio conciliare ha voluto rivalutare e ricondurre allo stato originario.

“Una sfida importante” ha sottolineato p. Massimo Marelli, rettore “in quanto era necessario intervenire in una chiesa costruita con i canoni architettonici e liturgici tridentini, che è tuttora il modello del barocco gesuitico. Si è trattato, infatti, di adottare una soluzione che comportasse un prudente inserimento di elementi moderni nella loro realizzazione, attuando però scelte che salvaguardassero il valore spirituale e artistico di un luogo storico”.

“Un modello per altri interventi di adeguamento che possa fare scuola” ha sottolineato nel suo intervento alla presentazione dei lavori il 14 giugno, il Cardinale Vicario Angelo De Donatis “circa il modo di estrarre dal tesoro della tradizione “cose nuove e cose antiche”.

“Il progetto di adeguamento degli spazi celebrativi della chiesa del Gesù si pone a servizio di una nuova evangelizzazione e si colloca all’interno della tradizione come un tassello di un mosaico che è ancora in realizzazione, perché la Chiesa che è pellegrina nella storia è per sua natura semper reformanda” specifica p. Marelli.

“Fatta dalle persone che vi si radunano, la Chiesa non è un luogo compiuto, ma essendo espressione di Colui che è vivo, si lascia plasmare e riplasmare continuamente dal soffio dello Spirito e dall’azione liturgica che vi si celebra, perché la bellezza di Cristo possa risplendere sul volto di ogni persona”.

Il progetto, si è potuto attuare grazie al contributo della Fondazione Roma e alla collaborazione degli Enti interessati: il Vicariato di Roma, la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e il Fondo Edifici Culto del Ministero degli Interni, a cui il monumento appartiene.

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