Spiritualità. Pino Piva: energia e speranze negli esercizi per giovani
Giovani ed esercizi spirituali: con padre Pino Piva, coordinatore del Cantiere Ignaziano di spiritualità, approfondiamo uno delle aree in cui si muovono centinaia di iniziative in tutta la Provincia.
A che età si può iniziare un corso di esercizi?
Gli esercizi spirituali ignaziani non hanno età: se consideriamo la possibilità di adattare quelli che sono gli esercizi spirituali [“tutti i modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutti gli affetti disordinati e (…) cercare e trovare la volontà divina…” dice Ignazio], dobbiamo immaginare che, a partire da una certa consapevolezza spirituale, ogni età della persona ha i suoi “esercizi spirituali” più opportuni. Di fatto, ci sono esperienze di esercizi di preghiera – dentro una specifica pedagogia – anche per bambini, specialmente nella linea della contemplazione ignaziana.
Qual è la differenza tra un corso di esercizi per giovani e uno per adulti?
Come dicevo, è il soggetto, con le sue caratteristiche personali, che determina il tipo di esercizi spirituali per lui opportuni; e questo sia in base all’età, ma anche a partire dalle sue condizioni e qualità: anche tra persone “adulte” il tipo di proposta di esercizi può e deve variare… Ma concentrandoci più sull’età, direi che gli esercizi per giovani (18-28 anni) dovrebbero puntare sulla valorizzazione di tutte le dimensioni personali del giovane, in particolare quella affettiva che in questa età vive profondi cambiamenti che, in una particolare esperienza di interiorità, possono essere meglio compresi e accompagnati. Inoltre, essendo questa l’età in cui vengono impostate le scelte importanti della vita, gli esercizi possono essere un accompagnamento a saper e poter “decidere” a partire dal “profondo”, dove Dio parla e comunica la sua presenza.
Cosa è richiesto a colui che da esercizi a giovani? Qual è il suo l’identikit?
Indubbiamente a colui che dà esercizi spirituali ai giovani, oltre ad una competenza spirituale e biblica, è chiesta una notevole capacità di empatia con questa specifica età, per poter intercettare le dinamiche, i desideri, le potenzialità tipiche dei giovani contemporanei.
Quali sono le domande che i giovani portano agli esercizi?
In genere i giovani esprimono una “semplice immediatezza” che li rende particolarmente adatti alle dinamiche spirituali tipiche degli esercizi ignaziani. In effetti devo dire che questi sembrano pensati proprio per una psicologia “giovane”; un soggetto, cioè, che si trova davanti a scelte importanti avendo tutte le energie, desideri e sano entusiasmo per aprirsi al futuro. Pur essendo vero che oggi, forse, i giovani si pongono con timore e paura di fronte al futuro, risulta vero anche che l’esperienza di un Dio vicino, attento e preoccupato-per-me (tipica degli esercizi ignaziani), permette ai giovani di liberare le loro energie e speranze.
C’è una continuità nel rapporto con chi tiene il corso?
In effetti sarebbe opportuna una continuità di accompagnamento del giovane anche nel dopo-esercizi da parte di chi glieli ha dati. Ma è sufficiente assicurare che l’accompagnamento continui, magari con la guida spirituale che già segue il giovane; o un’altra che potrà trovare più facilmente dove vive.
Quali e quante sono le proposte di esercizi gv che la Compagnia fa in Italia?
Le proposte di esercizi ignaziani per giovani sono davvero molte e in differenti modalità… Molte sono non-ufficiali, organizzate ad hoc per gruppi specifici da coloro che li accompagnano e che si mettono in contatto con gesuiti o altre guide ignaziane. Altre esperienze, invece sono ufficiali e organizzate a livello nazionale: penso a tutte le iniziative di Selva di Valgardena o di S. Giacomo d’Entracque; a Villa S. Giuseppe di Bologna, S. Antonio di Boves e altri… Per informazioni conviene consultare il CENAG.