Trekking, meditazione, natura e condivisione
Dal 20 al 26 agosto si è svolta l’esperienza del trekking “Sul cammino del Cristo pensante” in Val di Fiemme
Il cammino è iniziato dal Santuario Mariano di Pietralba (Nova Ponente – BZ). Passando per il passo degli Oclini, tra il Corno Bianco e il Corno Nero, siamo scesi verso Stava. Lungo il tragitto abbiamo visto i segni ancora vivi del passaggio della tempesta Vaia, dell’autunno di due anni fa, che martoriò le valli spogliandole di boschi secolari. Siamo quindi arrivati a Tesero. Percorrendo la valle siamo giunti prima a Bellamonte, poi a Predazzo e infine abbiamo costeggiato il Lago di Paneveggio. Dalle rive del lago, un bacino idrico di grandissime dimensioni, siamo ripartiti in direzione di Pian dei Casoni e della val Venegia, nota per la sua bellezza paesaggistica e da lì siamo risaliti passando per Malga Juribello e Capanna Cervino, fino a giungere alla Baita Segantini, accoccolata in grembo alle Pale di San Martino. La meta finale è stata la statua del Cristo pensante, realizzata nel 2007 grazie all’intuizione di Pino Dellasega, che ha trasformato la cima del Monte Castellazzo da sanguinoso teatro di Guerra nel 1915-1918 in luogo di incontro e di devozione.
Il cammino è terminato a Pietralba, il luogo di partenza, dove i padri del Santuario ci hanno permesso un’ulteriore notte in tenda. Lo stesso luogo, noi diversi, dopo sei giorni di cammino, fatica, risate, canti, preghiera e silenzio.
Con lo zaino in spalla
Il gruppo, una quindicina circa di ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Italia (Genova, Milano, Roma, Napoli, Treviso) ha camminato con lo zaino in spalla, le tende e tutto l’occorrente per vivere a contatto con la natura e le comunità che abbiamo attraversato.
Sono vari i volti e i nomi delle persone che abbiamo incontrato e che hanno facilitato il cammino in alcuni momenti più difficili per le condizioni metereologiche. E’ bello ricordare in particolare la comunità parrocchiale di Tesero, la signora Alessandra e l’assessore al Turismo e allo Sport di Predazzo. L’incontro con queste persone ci ha permesso di avere la testimonianza viva del senso di accoglienza di coloro che continuano a vivere la montagna, dove “l’ospitalità è fondamentale, perché la montagna è un luogo severo”, come ci ha detto l’assessore Aderenti.
Abramo e Laudato si’
Il cammino è stato scandito giorno per giorno da momenti di lettura della storia di Abramo e da alcuni passi del Laudato sì. Gli spunti di riflessione, seguiti da momenti di silenzio, hanno aiutato i “pellegrini” a ripensarsi, circondati dalla maestosità e dalla bellezza delle montagne e della natura. Al centro del percorso spirituale, l’invito è stato quello di rileggere la propria storia, a partire dalle origini familiari, dalle dinamiche quotidiane, dal rapporto con i propri cari, con Dio e i propri desideri.
Come momento conclusivo del giorno, vi era la rilettura della giornata, per coglierne i momenti significativi e condividerne liberamente in gruppo i frutti.
Sono stati sette giorni intensi di cammino, l’occasione per conoscersi meglio, la possibilità di fare spazio dentro di sé e ripensarsi, “accarezzati” dal paesaggio naturale che sempre favorisce il silenzio e la meditazione. Il cammino è stato un modo per rimettere al centro le fatiche e i desideri di ognuno. Il sostegno reciproco, la determinazione comune di raggiungere la meta prefissata, i momenti di riflessione e quelli di ascolto sono stati delle costanti che hanno rivelato le molteplici e a volte inaspettate risorse di ognuno, per arrivare a stare insieme per quello che si è, nella semplicità, nella fatica e nella gioia.
Zeno Colzani e p. Diego Mattei sj