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Ucraina: il JRS in azione per accogliere i rifugiati

Il JRS ha seguito con preoccupazione gli sviluppi in Ucraina anche prima dell’inizio dell’offensiva militare russa.«Ci uniamo al dolore di papa Francesco per la “diabolica insensatezza della violenza” e chiediamo a tutte le parti di “astenersi da qualsiasi azione che possa causare altra sofferenza”», scrive il primo marzo il servizio dei gesuiti per i rifugiati, che sta mobilitando risorse in tutto il mondo per fornire un sostegno immediato in Ucraina e nei paesi vicini. Il JRS è vicino nei pensieri e nelle preghiere alle persone costrette a lasciare le loro case. Guarda con favore gli sforzi dell’UE e dei suoi Stati membri, in particolare quelli vicini all’Ucraina, per mantenere aperte le frontiere e accogliere coloro che sono costretti a fuggire, e fa appello all’UE affinché risponda con unità e solidarietà a breve e lungo termine.

Ucraina: aiutare chi fugge, sostenere gli sfollati interni

A Lviv, dove il JRS è presente, la situazione della sicurezza è ancora relativamente calma. Molte persone stanno arrivando da altre parti dell’Ucraina. La maggior parte di loro intende raggiungere il confine polacco e spesso ha bisogno di sostegno o di un posto dove passare la notte durante il tragitto. Il centro per  rifugiati del JRS, con una capacità di circa 20 persone, è attualmente utilizzato a questo scopo. Anche il centro di spiritualità  dei gesuiti è stata immediatamente convertita in una casa di transito per gli sfollati.

Romania: il JRS in prima linea

Tra il 24 e il 28 febbraio, 70.000 persone sono transitate dall’Ucraina alla Romania. Circa 30.000 di loro sono partite rapidamente per altri paesi dell’UE, mentre circa 28.000 hanno scelto di rimanere. Solo una piccola minoranza ha chiesto ufficialmente asilo per il momento, quindi la maggior parte è legalmente migrante e non ha diritto all’accoglienza come richiedente asilo. Sia le autorità rumene che i cittadini stanno mostrando grande disponibilità nell’accogliere le persone, tuttavia è ancora necessario un coordinamento delle diverse risposte. 

Il JRS Romania sta dando sostegno sia nei centri per richiedenti asilo lungo le frontiere sia alle persone che non si trovano nei centri, fornendo pacchetti di prima accoglienza, agendo come mediatore tra i donatori privati, le organizzazioni governative e le persone in difficoltà, aiutando le persone a raggiungere gli aeroporti e le stazioni ferroviarie, fornendo alloggio nel rifugio del JRS e cercando altri alloggi per le persone in difficoltà. 

Polonia e Ungheria: fornire infrastrutture

La Polonia è al momento il paese che riceve il maggior numero di arrivi di persone dall’Ucraina. Molti sono ospitati da parenti e amici, ma altri sono in viaggio verso altri paesi dell’UE. Il JRS si sta mobilitando per facilitare il trasporto delle persone dalle frontiere, oltre a fornire beni di prima necessità e a sostenere le persone nella ricerca di un alloggio provvisorio attraverso l’assistenza all’affitto. Si sta organizzando un ulteriore supporto sotto forma di assistenza legale, amministrativa e psicologica. 

L’Ungheria sta ricevendo un numero minore di persone per il momento, compresi gli ungheresi che vivevano oltre il confine in Ucraina. Il governo ha espresso la volontà di sostenere i rifugiati e la popolazione ungherese sta reagendo in modo molto accogliente. Il JRS ha una piccola presenza nel paese e in questo momento sta valutando come essere utile al meglio. L’Ungheria è tradizionalmente un paese di transito per i rifugiati, ma in questo caso, se il conflitto dovesse continuare, è probabile che molti ucraini vogliano fermarsi. Il JRS sta quindi già esaminando i bisogni di assistenza a medio termine,e il sostegno all’alloggio a lungo termine, accanto ai bisogni più immediati come il cibo e le forniture sanitarie. 

 

Europa sudorientale: preparare la “seconda linea”

Tenendo presente l’esperienza della crisi di Crimea del 2014, il JRS nell’Europa sudorientale (Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Kosovo, Nord-Macedonia) si sta preparando a ricevere anche alcuni rifugiati ucraini se il conflitto dovesse persistere. I piani di emergenza sono preparati, compresa la ricerca di potenziali alloggi all’interno di famiglie, parrocchie e case dei gesuiti. Si stanno stabilendo contatti rilevanti con le autorità governative e i comuni, come la città di Zagabria in Croazia, al fine di essere pronti con una risposta basata sull’ospitalità in caso di necessità.  

Europa: la risposta di accoglienza

A livello regionale il JRS Europa sta monitorando gli sviluppi nella regione nel suo complesso e la risposta dell’UE in particolare. Viene accolta con favore la risposta positiva iniziale degli Stati membri dell’UE, determinati a reagire come Unione e a fornire protezione alle persone che lasciano l’ l’Ucraina e si sostiene con forza la proposta di attivare la procedura per fornire protezione temporanea nei casi di massimo afflusso di rifugiati come previsto dalla direttiva sulla protezione temporanea. 

«Vogliamo sottolineare che tutte le persone che fuggono dal conflitto in Ucraina dovrebbero essere autorizzate a lasciare il paese, indipendentemente dalla loro nazionalità. Una volta in sicurezza, e in condizioni di accoglienza adeguate, le esigenze di protezione dei cittadini di paesi terzi che non sono ucraini possono essere valutate secondo le procedure esistenti e il rimpatrio di coloro che desiderano tornare nei loro paesi di origine può e deve essere facilitato», scrive il JRS. 

«Oltre alla risposta immediata, gli Stati membri dell’UE devono discutere e concordare rapidamente uno schema di condivisione delle responsabilità, comprese chiare misure di ricollocazione, per assicurare che il carico di lavoro dei paesi vicini all’Ucraina rimanga sotto controllo e che gli standard UE di protezione e le condizioni di accoglienza possano essere garantiti. Infine, devono essere riconosciute anche le esigenze di protezione degli ucraini che erano già fuori dal paese quando è iniziato il conflitto».

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