Africa. La rete dei Gesuiti contro il commercio delle armi
Accrescere la sensibilità dell’opinione pubblica internazionale sulla crisi nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e monitorare i flussi di armi che alimentano la guerra nella regione. Sono queste le azioni che verranno condotte nell’ambito della Jesuit Great Lakes Advocacy Initiative, promossa da alcune organizzazioni africane legate alla Compagnia di Gesù. Secondo un comunicato inviato all’agenzia cattolica Fides queste organizzazioni si sono riunite a fine marzo per valutare le iniziative da intraprendere per un’azione comune di sensibilizzazione sulla crisi nei Grandi Laghi. “Da quasi 20 anni – afferma il comunicato – conflitti e guerre colpiscono milioni di donne, bambini e uomini in questa regione. Nell’Est della RDC, due milioni di persone continuano a soffrire a causa di imponenti sfollamenti di popolazioni e di violazioni quotidiane dei diritti umani, quali violenze sessuali e reclutamento di bambini soldato”. Tra le diverse cause di questo conflitto sono segnalati la proliferazione e il traffico illegale di armi. Pur riconoscendo gli sforzi messi in opera dalla comunità internazionale, le organizzazioni promosse dai gesuiti ritengono che “non sono stati intrapresi passi significativi per sradicare la cause che sono all’origine del conflitto”. Per questo è nata la Jesuit Great Lakes Advocacy Initiative che avrà come compito di accrescere la consapevolezza di tutte le parti in causa del legame tra il conflitto e la proliferazione delle armi, e di tracciare l’origine dei flussi di armi verso l’area, conducendo ricerche approfondite sul campo.