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Repubblica Centroafricana. Il lavoro dei gesuiti continua nonostante il caos

Un gruppo di giovani dell’università di Bangui, guidati dai gesuiti, che generalmente si occupano della prevenzione dell’HIV, mantengono le porte aperte nonostante l’estrema violenza e il disordine politico che ha scosso la Repubblica Centroafricana (RCA) dall’inizio dello scorso anno. Negli ultimi mesi tra le milizie ribelli Seleka, principalmente musulmane, e le milizie cristiane è in vigore la legge del taglione. L’intensificazione della violenza ha sradicato più di 935.000 persone in tutto il paese, con quasi mezzo milione di sfollati interni nella capitale. Nelle ultime settimane ci sono state uccisioni, moschee e chiese bruciate e corpi senza vita per le strade. Dal punto di vista della sicurezza la situazione è estremamente deteriorata. Non ci sono più studenti nel campus dell’Università di Bangui e il Centro d’Informazione, Educazione e Ascolto (CIEE), gestito dai gesuiti all’interno del Centro Cattolico Universitario, non è in grado di organizzare le attività. Ma la squadra è pronta: “Abbiamo già ricominciato, il gruppo di gestione è sempre presente nel centro. Quindi si va avanti ma non come in tempi normali”, spiega il coordinatore del CIEE, Pierre Yéra Boubane SJ.  Durante il 2013 il CIEE ha continuato ad offrire almeno un servizio minimo, portando avanti seminari per gli studenti e corsi di formazione sull’educazione.  Anche adesso, circondato dal caos, il CIEE si prepara a lanciare una campagna di massa con nuove iniziative non appena la situazione migliorerà.

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