Bologna. “Cibo e spiritualità” al Centro Poggeschi
“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei” è l’intuizione scintilla del ciclo di incontri “Cibo e spiritualità” che si è concluso lo scorso sabato 7 giugno al Centro Poggeschi di Bologna. Quattro pomeriggi che hanno radunato ogni volta più di un centinaio di persone intorno al nodo esistenziale più rivelatore dell’attualità. “Dall’EXPO2015 ai centri Eataly, dall’anoressia alle allergie, dal veganesimo alla paleo alimentazione, dal bio al km 0, oggi tutti parlano di cibo”, spiegano gli organizzatori, membri della Rete Loyola (giovani ignaziani di Bologna).
Insieme alla sessualità e forse in fondo intimamente legata ad essa, l’alimentazione tocca le corde più fondanti e sensibili della psiche umana. Allora diventa una vera rivelazione lo scoprire che tutta la Bibbia parla di cibo e che in essa troviamo le chiavi di lettura più profonde per il fenomeno umano che fa coincidere Feuerbach e Sant’Agostino in una stessa affermazione: “Siamo ciò che mangiamo”.
Uno dei relatori spiega: “La storia della salvezza si esprime nel capovolgimento del nostro modo di mangiare. Dall’albero del peccato all’eucaristia, tutta la Bibbia è un passaggio dal divorare l’altro al ringraziare per un Dio che si lascia mangiare”. Non c’è da stupirsi che i grandi maestri dello Spirito come San Benedetto o Sant’Ignazio di Loyola abbiano riservato all’alimentazione una parte significativa dei loro insegnamenti. Per essi, mangiare è un vero incontro con Dio, una vera esperienza spirituale. Perché mangiare è prima di tutto accettare di essere figli, cioè di ricevere la vita. Nell’equipe organizzativa, una psicologa e una nutrizionista completano:“Il mondo occidentale trova così tanti disturbi nel mangiare perché fa fatica a riconoscersi figlio”.