Roma. Il governo della Provincia inizia dalla leadership partecipata spirituale
10 – 12 ottobre: il governo della Provincia d’Italia si è riunito per un breve ritiro a Roma con il fine di impostare l’anno sociale. Tutti i membri della consulta canonica e della consulta dei delegati hanno risposto con disponibilità all’iniziativa voluta dal neoprovinciale Gianfranco Matarazzo: in tutto sedici gesuiti. L’obiettivo era quello di vivere un esperimento di leadership partecipata spirituale. Si parla ormai da tempo di questa nuova forma che il governo sta assumendo: “il nuovo assetto consiste sia in una riorganizzazione delle strutture, sia nelle modalità di gestione del potere” precisa p. Matarazzo, sulla scia della consegna affidatagli dal precedente governo. La sfida è quella di superare l’estrinsecismo tra la dimensione spirituale e quella decisionale, attraverso un processo di discernimento comunitario che renda partecipi sempre di più tutti gli attori in gioco, fino a coinvolgere anche la base. Non si tratta semplicemente di istituire una forma democratica di governo, bensì di fare una vera e propria esperienza spirituale comunitaria.
L’ingrediente fondamentale è l’attitudine ad ascoltare l’altro e a farsi ascoltare. Ciascun partecipante del ritiro si è cimentato nel raccontare l’ambito apostolico dei suoi confratelli, sperimentando di persona come talvolta si giudica e si sottovaluta il lavoro altrui senza conoscerlo. D’altro canto, sentire al tempo stesso raccontare il proprio lavoro da altri a volte è stimolante perché si guarda il proprio incarico secondo una prospettiva inedita, oppure ci si rende conto che alcuni aspetti ritenuti importanti del proprio operare non vengono colti. Questo esercizio, vissuto secondo una dinamica ignaziana, favorisce l’apertura gli uni verso gli altri e predispone le condizioni per mettersi insieme in ascolto su dove lo Spirito vuole condurre la Provincia. “La nuova metodologia che stiamo mettendo a punto – aggiunge p. Matarazzo – entrerà progressivamente nelle nostre riunioni ordinarie come esperienza spirituale capace di rigenerare l’unione degli animi e proseguire quel cammino volto a restituire alla Provincia un nuovo slancio apostolico”.