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Asia Pacifico. Preparare i gesuiti di domani

Le recenti statistiche pubblicate dalla Curia Generalizia sottolineano il fatto che le vocazioni alla Compagnia di Gesù sono in aumento nella regione dell’Asia Pacifico e diminuiscono invece in Occidente. P. Marc Raper, presidente della Conferenza dei gesuiti dell’Asia Pacifico, riflette sul ruolo della Compagnia nel preparare i nuovi candidati all’impegnativa missione che verrà loro affidata. “Sono molti i fattori che contribuiscono – scrive P. Raper – all’aumento delle vocazioni, quali la povertà, la mancanza di altre opportunità, oltre alla pietà e alla devozione delle comunità da cui provengono i candidati. La nostra attenzione è centrata sul migliorare la qualità di coloro che vengono accettati, piuttosto che nel numero dei candidati alla Compagnia. E’ certamente il caso del Myanmar, di Timor Est, del Vietnam e della Corea dove, negli ultimi dieci anni, c’è stato un buon numero di richieste. Abbiamo introdotto una più dura selezione. Domandiamo a colui che vuole unirsi a noi se è in grado di affrontare studi lunghi e rigorosi, se è pronto ad imparare altre lingue e vivere in un contesto culturale che non gli è familiare, se è sufficientemente libero di prendere una decisione autonoma sulla sua vita. Come risultato di questo esame, la tendenza è di accettare meno persone. Ciò permette anche di mettere meglio a fuoco la loro formazione. Vediamo la formazione come una profonda educazione umana e una radicale trasformazione personale. Questa trasformazione avviene spesso attraverso esperienze di vulnerabilità. In altre parole la ‘compassione’ è la chiave: soffrire qualcosa con un’altra persona e fare in modo che le sofferenze di altri penetrino nel nostro interno ci dispone al cambiamento, ad essere trasformati. Se l’esperienza è profonda, diventa difficile tornare a un egoistico isolamento. Ma questa formazione non può essere forzata; è piuttosto un invito ad aprirsi agli altri, ai poveri e a coloro che soffrono”. Per il testo completo: www.express.org.au

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