A Parma quel desiderio di comunità
Daniele, 35 anni, è un chimico. Agnese, 32, insegnante. Sono a Parma rispettivamente dal 2017 e 2019. Qui i gesuiti, fino al 2008, avevano una casa, con la presenza della CVX e diverse proposte di Esercizi Spirituali. Nel 2007 i gesuiti decisono di lasciarla. Un gruppo di adulti e famiglie, che orbitavano intorno alla struttura, si impegna a tenerla in vita, fondando l’Associazione San Rocco.
“La casa è in centro, accanto al rettorato” spiega Daniele, un tempo collegio dei gesuiti.
Prima di andar via la Compagnia, ristruttura gli spazi, trasformando le piccole stanze dei gesuiti in appartamenti perchè alcune famiglie potessero abitarle e mantenere aperto e accogliente il luogo.
A sostenere il progetto anche diverse persone esterne. Guida questa nuova realtà p. Enrico Simoncini, quasi sempre presente, pur non risiedendo lì.
“Dai racconti ascoltati sono state veramente tante le persone aiutate” sottolinea Agnese. “Era una persona estremamente carismatica, ma quando è venuto a mancare si è sperimentato un grande vuoto e le realtà presenti non sono state in grando di proseguire da sole. Una delle famiglie che abitava nella casa è andata via”. Dal 2016 fino al 2018 la comunità e l’Associazione attraversano un periodo di crisi che porta ad una graduale diminuzione delle attività fino ad una vera e propria pausa, protrattasi per tutto il periodo della pandemia causata dal Covid. La Compagnia decide in quel periodo di sostenere il progetto rilanciandolo attraverso un cammino di discernimento. Padre Davide Saporiti prima e poi padre Stefano Bittasi hanno sostenuto e accompagnato con grande disponibilità e competenza il cammino del gruppo nella rilettura del proprio vissuto e nella ri-scoperta di desideri e orizzonti nuovi.
Daniele e Agnese arrivano proprio in questa fase. “Ci eravamo conosciuti a Santiago di Compostela e avevamo capito, nel discernimento, che desideravamo spendere la nostra vita per gli altri, con il desiderio forte di una vita comunitaria. Io ero nelle Pietre Vive come volontaria e Daniele era un pellegrino. Nel cammino di coppia ci ha aiutato p. Mariano Iacobellis, all’epoca non ancora sacerdote, mentre p. Jean-Paul Hernandez ci ha orientati verso la realtà dei gesuiti a Parma”.
Nel 2021 nasce Giulia. Ripartono le attività: incontri online con p. Giulio Parnofiello per l’Avvento, per la Quaresima e il tempo di Pasqua con p. Jean-Luis Ska, poi p. Vincenzo Anselmo per un ritiro in presenza. Nel marzo 2022 si concretizza il desiderio di utilizzare il grande appartamento al quarto piano dello stabile per l’accoglienza di persone in difficoltà: nasce una collaborazione con l’associazione per i rifugiati, CIAC, e due famiglie afgane rifugiate, otto persone in tutto, vengono ospitate nella casa. “Noi, a Pasqua, andiamo a vivere negli spazi che erano dei gesuiti”.
“Sono due le cose che desideriamo: camminare con tutti i membri dell’associazione, per crescere insieme e proporre nuove iniziative, e costruire una comunità con le altre persone che vivono nella casa. Nella costruzione della comunità, ci guida ora, sul percorso da fare, una coppia che vive da circa 25 anni questo stile comunitario ne La tenda di Abraham. Stiamo sperimentando questo accompagnamento da un anno. Ora si tratta di mettere in pratica quanto abbiamo appreso”.
Accanto alla costruzione della comunità, attualmente in fase di rodaggio, è ricco il calendario di attività in programma: Spiritualità e preghiera con un weekend bilbico dal 25 al 27 novembre, Esercizi Spirituali in Avvento e Meditazioni bibliche in Quaresima e tempo di Pasqua. Ancora psicodramma biblico con p. Beppe Bertagna, Enneagramma e tre incontri su “Fabrizio De Andrè, cantore degli ultimi”. “Vogliamo aprire la casa a giovani e adulti interessati”. “Difficoltà e intuizioni di fondo si susseguono” confidano, “ma c’è qualcosa che ci spinge ad andare avanti”.
Visita il sito del Centro di Spiritualità Carlo Maria Martini di Parma
