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Identità e sfide attuali: il carisma dei gesuiti tra due fuochi

Come rendere la struttura di governo della Provincia Euro-Mediterranea efficace nel contesto e nelle sfide attuali? La domanda è stata presa in carico due anni fa dal Provinciale p. Roberto Del Riccio SJ e dalla Consulta alla luce di sfide importanti che emergevano con chiarezza.

Le sfide

“Alcune interne” spiega p. Del Riccio: “quattro territori, la diminuzione dei gesuiti, a fronte di una maggiore richiesta di presenza, di coinvolgimento apostolico di tanti non gesuiti che nei territori operano addirittura dove i gesuiti non ci sono più e dove non ci saranno”. 

Altre esterne: “camminare con i giovani, ascoltarne nel profondo i desideri, accompagnarli con sapienza e permettere loro di entrare nella comunità cristiana; le tante situazioni di ingiustizia, che provocano disagio e povertà. La questione ambientale e la transizione ecologica, la cura delle comunità – famiglie, parrocchie, gruppi -, la formazione della leadership a tutti i livelli, in particolare a supporto del clero”.

“Siamo tra due fuochi” sottolinea il Provinciale “chiamati da una parte ad essere creativi nella fedeltà, dall’altra ad individuare ciò che ci sfida a trovare nuove forme per governare in modo più efficace per la missione”.

La nuova struttura

Il processo di discernimento e revisione, compiuto con il Centro Studi Missione Emmaus, ha prodotto una nuova struttura di governo della Provincia EUM, presentata questa mattina a Ciampino, durante i lavori dell’Assemblea. “Abbiamo optato per un modello verticale con decentramento apostolico. Verticale, per tenere al centro il Provinciale, come previsto dal nostro modo di procedere, favorendo il coinvolgimento a tutti i livelli, attraverso il lavoro in rete di quanti si occupano di dare risposte agli stessi bisogni”.

Tra le reti già operative il Centro Ignaziano di Spiritualità per la promozione degli Esercizi Spirituali, la Fondazione Gesuiti Educazione per le scuole, la rete Mag+s nata a dicembre per le realtà giovanili.

Risonanze

Il modello, che inizierà ora la sua implementazione, è stato oggetto di risonanza in gruppi di lavoro. Tra i punti emersi la bellezza del dinamismo percepito, del ricentrare l’azione apostolica. Al tempo stesso la necessità di ripensare le reti, come realtà dinamiche, determinate dalle sfide e dalla loro complessità, la valorizzazione delle differenze tra i territori, la cura delle relazioni, il dialogo con le Istituzioni, la sinergia con i laici.

Un work in progress, da verificare

Si avvia ora la fase della sperimentazione. “È il tempo, in cui dobbiamo chiederci, se lo Spirito ci conferma, nelle scelte fatte, come il nostro modo di procedere prevede” sottolinea p. Del Riccio. “Siamo in un work in progress, chiamati a valutare il processo nel suo itinere”.

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