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scuole.Le scuole dei gesuiti e le lavagne digitali

Il 13 gennaio scorso il Corriere.it ha pubblicato un articolo di Fabio Cavalera, corrispondente dal Regno Unito, dal titolo “Londra, capitale della scuola digitale. Regno Unito, lavagna elettronica in 7 classi su 10”. Si svolgeva in quei giorni a Londra, infatti, il Bett (British Education and Training Technology), la più importante fiera europea della tecnologia per l’educazione. A confronto – si sottolineava – l’Italia è in notevole ritardo nell’uso delle LIM (Lavagne Interattive Multimediali).
C’è da dire, in verità, che i gesuiti – che al Bett erano presenti attraverso i propri consulenti – sono stati tra i primi a muoversi in questo settore. E’ stato infatti l’Istituto Sociale a Torino, scuola paritaria dal 1881 diretta dai Padri gesuiti, ad avviare nel 2008 un piano di installazione delle Lavagne Interattive in tutte le classi di ogni ordine e grado: dalla Scuola dell’Infanzia alla Primaria, dalla Secondaria di primo grado ai Licei. Lo stesso hanno fatto le altre scuole che fanno parte della Rete dei Padri gesuiti a Milano, Roma, Napoli, Palermo e Messina. “La nostra è stata la prima ed unica esperienza in Italia caratterizzata da sistematicità e da un percorso di formazione strutturato e prolungato per tutti i docenti”, precisa il P. Vitangelo Denora, Rettore dell’Istituto Sociale e Delegato per i Collegi della Compagnia di Gesù. “Il nostro progetto ha portato all’installazione di una lavagna interattiva in ogni classe, come strumento ‘interno’ a ciascun gruppo di studenti, i quali possono così superare la tendenza ad un uso solipsistico delle nuove tecnologie informatiche. Il nostro progetto, quindi, oltre che didattico è anche fortemente educativo: formare i nostri ragazzi ad un uso ‘critico’, cioè consapevole, degli strumenti tecnologici che utilizzano”. Le LIM sono entrate ormai quotidianamente nell’attività didattica di tutte le discipline, eliminando quindi quasi totalmente le lavagne tradizionali. Il primo progetto didattico al quale i collegi dei gesuiti hanno dato corpo attraverso le LIM ha coinvolto le scuole primarie, che hanno partecipato al bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’Innovazione per il Progetto INNOVASCUOLA. Denominato “Mille noi”, e svolto con la collaborazione e patrocinio delle Nazioni Unite, ha tratto spunto dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, visti ed interpretati con gli occhi dei bambini. Di durata biennale (si è concluso alla fine del 2010 con l’invio al Dipartimento dei materiali prodotti), ha previsto, dal punto di vista dei contenuti, un lavoro serio e articolato su alcune urgenze planetarie: la fame, l’istruzione, la condizione delle donne, la salute, lo sviluppo globale. “L’impegno dei gesuiti non è dunque stato solo introdurre una tecnologia all’avanguardia ma – come spiega Padre Denora – applicarla e metterla a servizio dello sviluppo umano del nostro pianeta, per rendere insomma il mondo più umano e più giusto. Avvalersi di questa tecnologia – sottolinea – ha permesso di sperimentare una didattica attiva ed interattiva, che parla la lingua dei bambini e dei ragazzi e li rende protagonisti del loro stesso apprendimento”. Come rispondono gli insegnanti? “Gli adulti accompagnatori sono stati formati in maniera adeguata e hanno accettato la sfida di dialogare con i ragazzi aiutandoli a cogliere le opportunità della tecnologia, a sviluppare un sano senso critico su questi mezzi”. Il progetto è servito peraltro a potenziare il processo di collegamento e di interscambio tra i vari istituti in Italia e il lavoro in squadra, tanto da portare alla creazione entro il 2012 di un Portale dei Contenuti Didattico Digitali delle scuole dei gesuiti. Progetti analoghi sono stati sviluppati nel frattempo anche per le secondarie di primo grado e per i licei dei collegi dei gesuiti, progetti improntati sulle stesse finalità, e in definitiva su quella matrice della pedagogia ignaziana per cui l’apprendere è una esperienza umana integrale fondata sul gusto di ciò che si impara.

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