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Turchia. Bizzeti: “La politica dell’odio porta a deflagrazioni sempre maggiori”

La situazione in Turchia sta peggiorando, cresce il malessere, anche per le conseguenze delle guerre che stanno affliggendo la regione mediorientale: è un incendio che potrebbe propagarsi. E’ quanto afferma in un’intervista a Radiovaticana padre Paolo Bizzeti, vicario apostolico di Anatolia a poche ore dal fallito golpe militare contro il presidente Erdogan.

Padre Bizzeti, raggiunto telefonicamente a Iskenderun dalla giornalista Gabriella Ceraso, sottolinea anche il confronto che si fa sempre più aspro tra quanti si fanno portavoce di una più decisa laicità, come i militari, e coloro che premono per una maggiore islamizzazione della società turca.

“Dove vivo io – grazie a Dio! – la situazione è tranquilla. Naturalmente c’è molta tensione, ma la situazione qui è tranquilla… E’ difficile, anche per noi, comprendere le reali dimensioni di questo scontro e quindi bisogna essere molto cauti. Purtroppo noi ci siamo sentiti varie volte in questi ultimi tempi per una serie di fatti sanguinosi, che già rivelavano sicuramente una tensione all’interno del Paese. Anche se la stragrande maggioranza delle persone è sicuramente pacifica e vive tranquillamente, non si può però negare che – in questi ultimi tempi – è stata praticata una politica dell’odio, dello scontro e questo evidentemente a un certo momento porta ad una deflagrazione più grande. Credo che sinceramente l’unica cosa intelligente da fare è quella di non esasperare i toni per ritrovare quel minimo di calma necessaria a comprendere le ragioni anche di chi è insorto: una insurrezione, per quanto non si sappia ancora quanto sia estesa, è indice sicuramente sempre di un malessere. Per cui bisogna andare un po’ alle cause di questo malessere”.

– Quindi cosa e come testimoniare in questo momento, con la propria presenza nel Paese?

“Sicuramente sempre attraverso l’arma del dialogo, che è l’unica che può assicurare un vivere civile. Quindi da parte della Chiesa credo che sarà unanime la testimonianza che, appunto, bisogna abbassare i toni e che si deve cercare di comprendere quali siano le cause di questo malessere”.

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