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Magis e scuole: “Semi di educazione ambientale e giustizia sociale”

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“Educare dà buoni frutti: ecologia integrale nelle scuole” è il titolo del primo seminario rivolto a un gruppo di 10 docenti dell’Istituto Massimo, organizzato dal MAGIS in collaborazione con la Fondazione Gesuiti Educazione. Laudato Si’, Agenda 2030, sviluppo sostenibile, ecologia integrale, sfide educative, cooperazione missionaria e internazionale: sono i temi di approfondimento e riflessione su cui si sono misurati i docenti.

Raccogliendo la sollecitazione delineata dalla Laudato Si’ e riconoscendo, da un lato la necessità del coinvolgimento e del protagonismo delle comunità locali nella costruzione di una società giusta e rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, dall’altro l’importanza del coinvolgimento della popolazione italiana nelle dinamiche di sviluppo e la necessità della formazione e partecipazione attiva per la promozione di un mondo più giusto, il MAGIS, forte dell’esperienza condotta all’interno delle scuole nel corso degli ultimi anni, ha avviato all’inizio del 2018 un progetto triennale di Educazione alla cittadinanza globale e formazione interculturale affinché una nuova generazione di cittadini e cittadine venga formata con conoscenze, capacità, valori e atteggiamenti che favoriscano un mondo più sostenibile e inclusivo.

Il progetto educativo “Educare dà buoni frutti. Semi di Educazione Ambientale e Giustizia Sociale”, elaborato per l’anno scolastico 2018/2019, si svolge all’interno dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma e si configura come un progetto pilota mirante a promuovere una politica ambientale e sociale all’interno della scuola, sulla base delle indicazioni emerse dall’Action Statement rilasciato dal Congresso Internazionale dei Delegati dell’Educazione della Compagnia di Gesù a Rio de Janeiro ad ottobre 2017 e in riferimento alle Linee guida sul Curriculum Ignaziano miranti a integrare la giustizia, la fede e la cura della casa comune all’interno del curriculum scolastico.

In tale contesto il 28 e 29 gennaio 2019 si è svolto il primo seminario di approfondimento sull’Educazione alla cittadinanza globale “Educare dà buoni frutti: ecologia integrale nelle scuole” rivolto a un gruppo di 10 docenti dell’Istituto Massimo, organizzato dal MAGIS in collaborazione con la Fondazione Gesuiti Educazione. Laudato Si’, Agenda 2030, sviluppo sostenibile, ecologia integrale, sfide educative, cooperazione missionaria e internazionale: sono i temi di approfondimento e riflessione su cui si sono misurati i docenti.

Per il mondo della scuola si tratta di una sfida e un’occasione di primaria importanza: creare una cittadinanza ecologica, per rendere i giovani d’oggi i primi protagonisti di una ecologia integrale, di uno sguardo alla realtà che sappia considerare tutti i fattori, dal rispetto per l’ambiente all’amore al singolo uomo. La questione è educativa: non basta qualche gesto di buona condotta sia verso la natura sia verso gli altri, si tratta di sfidare giovani e adulti a prendere coscienza che ciò che manca all’uomo d’oggi non è l’intenzione di essere buono, ma che l’uomo e la natura prendono valore solo se vibra nel cuore il senso del mistero. Questo è il principio educativo imprescindibile, che tutto è in relazione perché in relazione con l’altro.

“La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. (…). L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune” (LS 13) – L’educazione, attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile, della pace e della cittadinanza globale, può generare davvero quella rivoluzione culturale invocata dalla Laudato Si’ e determinare un cambiamento nella società umana.

 “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi? Pertanto, non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra” (LS 160).

 

 

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