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Paolo Bizzeti, vescovo: “Pregate che mi lasci educare da chiunque abbia lo Spirito di Dio: cristiano, musulmano, alawita o non credente”

E’ domenica 1 novembre, ore 10.30: la basilica di Santa Giustina in Prato della Valle è gremita di gente accorsa da diverse parti dell’Italia e del mondo. Dalla Turchia, dal Belgio, dalla Francia, dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Romania, dalla Svizzera, dal Brasile, tutti vogliono partecipare a questo evento straordinario: p. Paolo viene ordinato vescovo per essere inviato come vicario apostolico in Anatolia. La sede è vacante dal 3 giugno 2010, giorno della tragica uccisione ad Iskenderun- Alessandretta di monsignor Luigi Padovese

“Pensavo di essere pronto per una vita da mezzo pensionato ed eccomi qua con tanto di pastorale in mano, fiondato in mezzo alla gerarchia”: esordisce scherzosamente p. Paolo, visibilmente emozionato.

Spiega perché ha deciso di accettare l’incarico: “Dopo tanti anni che parlo di primato del Regno, di andare dove più c’è bisogno, di libertà da legami affettivi che condizionano scelte evangeliche più profonde, ho pensato che quello che potevo offrire era una testimonianza in prima persona. Come padre, penso di essere più convincente se faccio almeno un poco di quanto dico!”. La sua è stata una scelta di coerenza, per mettere in pratica quello che ha sempre predicato. Ma anche una scelta carica di affetto: “Amo la Turchia!”.

E già parla sentendosi unito al gregge che è chiamato a condurre: “La mia piccolissima diocesi dell’Anatolia vi precede perché era prima di voi”, dice al neoeletto vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla. “Anche noi un tempo avevamo molte chiese, gremite di fedeli, liturgie belle e ricche, teologi di grande spessore e fama, centri di formazione che inviavano missionari fino in Cina; avevamo anche un forte influsso sulla società e sulla cultura… Un tempo il mondo era alla rovescia e noi mandavamo missionari a voi!”. Ed esorta la Chiesa patavina e il suo vescovo a guardare la situazione della Chiesa antiochena per vigilare e non assopirsi. Si può davvero tornare “a essere Chiese sorelle e non parenti alla lontana”.

Sul capo di padre Paolo oltre alle mani del vescovo di Padova e dell’arcivescovo di Ravenna e Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, quelle di monsignor Cyril Vasil’ SJ, segretario della Congregazione per le Chiese orientali, che ha presieduto la celebrazione.

Toscano d’origine, nato a Firenze il 22 settembre 1947, p. Paolo Bizzeti ha studiato filosofia alla Pontificia Facoltà Aloisianum di Gallarate e ha ottenuto il baccalaureato in teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale (Napoli) e la laurea in lettere e filosofia presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Nel 1966 è entrato nella Compagnia di Gesù, nel 1975 ha ricevuto l’ordinazione presbiterale e nel 1982 ha emesso la professione religiosa solenne. Oltre ad essere stato rettore della residenza Antonianum dal 2007, dal 2010 è stato anche docente di teologia spirituale al’Istituto teologico “Sant’Antonio Dottore” della Facoltà Teologica del Triveneto. Da sempre legato alla Turchia, è fondatore e presidente dell’Associazione “Amici del Medio Oriente” (Amo), ha scritto diversi libri e approfondimenti sulla presenza cristiana in quel territorio.

Qui il suo discorso di saluto al termine della celebrazione.

La presa di possesso della Cattedrale dell’Annunciazione di Iskenderun si svolgerà domenica 29 novembre, prima domenica di Avvento, alle ore 11.

Per chi volesse partecipare alla prima Celebrazione del Vescovo Paolo in Turchia, Amici del Medio Oriente Onlus – AMO organizza un minipellegrinaggio dal 28 novembre al 2 dicembre. Iscrizioni entro il 7 novembre. Per info contattare Monica Borsari info@amo-fme.org.

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