Passa al contenuto principale
Gesuiti
Gesuiti in Italia, Albania, Malta e Romania
News
Gesuiti News Sociale Roma.Vergogne e ritardi dell’Italia, nel rapporto del Centro Astalli
Sociale

Roma.Vergogne e ritardi dell’Italia, nel rapporto del Centro Astalli

“Dobbiamo indignarci e provare vergogna per un paese che non riesce a garantire il diritto all’accoglienza a chi fugge da guerre e persecuzioni”, ha dichiarato ieri, 14 aprile, P. Giovanni La Manna, Presidente Centro Astalli, alla presentazione del rapporto annuale con i dati relativi al 2010. “Il Centro Astalli incontra persone, non numeri, con bisogni concreti e diritti da rispettare. Non mettiamo a tacere le nostre coscienze. Teniamo alta l’attenzione sulle violazioni quotidiane ai danni dei più indifesi”.
Il Rapporto Annuale del Centro Astalli offre una una fotografia aggiornata sulle condizioni di circa 16.000 richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2010 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e hanno usufruito dei servizi di primi e seconda accoglienza che l’Associazione gestisce.  Per ogni settore, nel Rapporto vi sono statistiche e commenti con cui si cerca di rappresentare la presenza di migranti forzati che da gennaio a dicembre 2010 sono entrati in contatto con l’Associazione.  
“Il dato più significativo che emerge è che, nonostante la flessione del numero delle domande d’asilo presentate in Italia, anche a causa dei respingimenti messi in atto dal Governo verso la Libia durante l’anno, i migranti che si rivolgono al Centro Astalli continuano ad essere presenti in numero significativo. Il numero dei pasti distribuiti alla mensa rimane infatti decisamente alto, attestandosi su una media giornaliera di 330”. Il dato si spiega con l’aumento della precarietà di chi arriva: il periodo medio durante il quale ogni utente frequenta la mensa si è allungato sensibilmente, superando in molti casi i 6 mesi solitamente previsti.  La crisi economica ha colpito in modo particolare i più vulnerabili. Anche rifugiati che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono stati costretti a rientrare nel circuito dell’assistenza. Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 386, per la maggior parte provenienti da Paesi africani.     
Il Rapporto, oltre a contenere un resoconto di un anno di attività del Centro Astalli, vuole essere uno  strumento per capire quali sono le principali nazionalità di rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo. Quanti di loro riescono a ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato o la protezione umanitaria. Quanti hanno rischiato la vita affrontando viaggi per mare o per terra ai limiti della sopravvivenza per giungere in Europa. Il Rapporto annuale 2011 descrive il Centro Astalli come una realtà che, grazie agli oltre 400 volontari, si adegua e si adatta ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia in cerca di protezione.    
 Ad arricchire il Rapporto annuale 2011 le vignette satiriche di Emilio Giannelli (vignettista de Il Corriere della Sera, gentilmente donate dall’autore e dal quotidiano. In copertina una vignetta inedita disegnata ad hoc per il Centro Astalli.      
Sono intervenuti alla presentazione S.E. Mons. Agostino Marchetto, Segretario Emerito Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che ha commentato in modo molto deciso la più stretta attualità ammonendo la società civile e le istituzioni: “non dimentichiamo mai di essere una sola famiglia umana. Non siamo in emergenza. L’Italia può ben gestire un fenomeno di questa portata. Indispensabili canali umanitari per impedire ulteriori morti nel Mediterraneo”. Berardino Guarino, Direttore dei Progetti Centro Astalli, descrivendo il rapporto annuale parla del 2010 come l’anno nero per l’asilo: “Da Rosarno ai respingimenti, dalla crisi economica ai profughi tenuti in ostaggio sul Sinai. 12 mesi da dimenticare: tante le difficoltà per i richiedenti asilo e rifugiati in un paese che ancora oggi non ha una legge organica sull’asilo e stenta a strutturare percorsi stabili di accoglienza e integrazione. Un segnale di speranza ci giunge dai giovani che incontriamo nelle scuole. Oltre 10.000 ragazzi pronti ad investire su una società del futuro che sia realmente interculturale”.
A  moderare la conferenza Paolo Fallai, Corriere della Sera, che a conlcusione dei lavori ha invitato i giornalisti presenti a non lasciarsi andare a facili allarmismi: “L’invito che faccio in primis al mio giornale è di inizare dal linguaggio: l’uso corretto dei termini rifugiato e richiedente asilo aiuterebbero già molto nella presentazione corretta del fenomeno”.

Ultime notizie
Esplora tutte le news