Torino. I padri gesuiti in cattedra da 130 anni
“L’educazione è una causa comune e, come affermavano i primi gesuiti, ‘educare è rinnovare il mondo’. E’ la più grande opera possibile per costruire un mondo più umano e più giusto. A quest’opera contribuiscono le scuole cattoliche, che rivendicano giustamente il pieno riconoscimento – come è avvenuto per le università cattoliche – in una società a cui portano frutti di eccellenza. Invece siamo sull’orlo della chiusura, soprattutto delle superiori”. Con queste parole l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia è intervenuto alla presentazione del documento “Il nostro modo di procedere” nell’ambito del convegno La sfida educativa nei Collegi Ignaziani in Italia, organizzato il 19 novembre a Torino Incontra, presentazione che è stata offerta a livello nazionale replicando l’appuntamento in diverse città italiane (il 18 novembre a Napoli, il 27 novembre a Messina, il 16 dicembre a Palermo). Di fronte ad una platea di trecento persone – tra cui anche l’anziano padre Umberto Ceroni, professore di religione del premier Mario Monti – mons. Nosiglia ha insistito sul mancato pieno riconoscimento economico che indebolisce tutto il sistema della scuola cattolica. “Serve un sussulto di chiarezza e di responsabilità per sostenere quel minimo di cui c’è bisogno per sopravvivere”, ha sottolineato il presule. Il Documento dei gesuiti – messo a punto condividendo le migliori esperienze delle 6 scuole ignaziane d’Italia – mette in luce uno stile educativo improntato sulla formazione al pensiero critico, con attenzione all’originalità di ciascuno. “Una preparazione”, ha detto padre Vitangelo Denora, Delegato per i Collegi dei gesuiti in Italia e Rettore dell’Istituto Sociale di Torino, “non solo tesa alla riuscita personale, ma a svolgere un servizio alla società”. “Per i gesuiti la scuola è un luogo privilegiato di apostolato educativo”, ha aggiunto Gabriella Tona, Rettore del Leone XIII di Milano, “e oggi gli apostoli sono, a pieno titolo, i docenti laici, che nei collegi ricoprono anche incarichi direttivi”.
