La lettera di padre Franck Janin, nuovo presidente CEP
Il presidente della Conferenza dei provinciali europei racconta i primi giorni del suo mandato, la nuova squadra e le novità in agenda
A un mese dall’inizio del mio mandato, sostenuto da una squadra amichevole ed efficiente, sto scoprendo gradualmente i molti e differenti aspetti della nostra Conferenza Europea. Alcuni cambiamenti significativi sono avvenuti nel team di compagni di Bruxelles: José-Ignacio Garcia è diventato responsabile per il JRS Europe e Peter Rozíc, dalla Slovenia, è l’incaricato per il JESC ed è coordinatore dell’apostolato sociale in Europa. Ha celebrato il suo quarantesimo compleanno il giorno del suo arrivo nella capitale europea – questo è un buon segno! Siamo lieti di accoglierlo. Quindi, posso affermare con fiducia che tutte le opere della Conferenza sono in buone mani.
In questo breve periodo di tempo, sono andato di scoperta in scoperta, con l’intenzione di partecipare a quante più riunioni possibili al fine di ottenere la più completa visione del panorama delle attività della Conferenza. A causa degli impegni imposti dall’agenda, ho già dovuto saltare la recente riunione dei delegati europei per l’apostolato sociale a Bilbao. Mi dispiace e spero di essere lì l’anno prossimo.
Tuttavia, insieme agli altri Presidenti delle Conferenze, ho partecipato al Consiglio allargato del Padre Generale all’inizio di settembre. Il Tempo Forte è stato ricco sia in termini di contenuto che di processo. Parlando di contenuti, ho particolarmente apprezzato il tempo dedicato ad approfondire i temi della riconciliazione e delle preferenze apostoliche per la Compagnia universale. In termini di processo, in accordo con la GC 36, la conversazione spirituale sui punti proposti ha permeato i nostri scambi. Questo è il modo in cui perseguiamo l’obiettivo di formare un corpo che discerne insieme. Sono stato anche felice di partecipare all’apertura del terzo anno a Dublino. Mai un anno così diverso: tra gli 11 presenti, solo 4 sono della nostra Conferenza. Compagni da Africa, Cina, Stati Uniti e India si stanno interessando alla nostra offerta.
Essere presidente della Conferenza coinvolge anche altre presidenze. Ad esempio, al mio primo incontro con la JECSE (rete delle scuole europee dei gesuiti), ho incontrato una squadra di persone molto motivata. JECSE sta ancora cercando un regista. Candidati, prendete nota! Allo stesso modo, ho scoperto la ricca realtà della Rete Xavier, che è un buon esempio dell’impulso che la collaborazione tra Province può dare al servizio al bene comune e alla solidarietà. Due giorni con il cluster sugli studi Ignaziani mi hanno permesso di meglio percepire il potenziale del progetto HEST (Istruzione Superiore per la Trasformazione Sociale). Infine, all’inizio di ottobre, con il Provinciale del Vicino Oriente e l’Assistente dell’Europa Occidentale, andremo a incontrare i nostri due compagni che vivono a Ankara. La loro missione difficile e isolata richiede sostegno.
Sono contento di poter contare su una Consulta competente e saggia. Ci siamo incontrati a Bruxelles per completare il più grande evento del mese – la nostra riunione annuale dei Superiori Maggiori a Ludwigshafen in presenza del Padre Generale dal 14 al 19 ottobre. Ci sono tanti argomenti che potrebbero essere all’ordine del giorno. Il mio desiderio è che, lungi dall’ossessione della quantità di argomenti da affrontare, possiamo vivere un po’ la grazia di Venezia, che è emersa così chiara durante la GC 36, vale a dire essere un corpo apostolico di Compagni, amici nel Signore, discernendo insieme la chiamata del Signore e la sua missione in mezzo al mondo e alle sue incertezze.
Pregate per me. Da parte mia, affido al Signore l’Europa e ciascuna delle nostre Province e Regioni. Possiamo sperimentare la gioia di essere chiamati a essere parte del corpo universale della Compagnia.
p. Franck Janin SJ
