(sir) Durante il congresso il vescovo di La Guaira, Raúl Biord Castillo, vicepresidente della Conferenza episcopale venezuelana ha sottolineato: “È importante difendere la Conferenza di Medellin (1968) nell’originalità di un evento incarnato nell’opzione preferenziale dei poveri, momento fondativo della teologia latinoamericana. Partiamo dall’evento storico di Gesù e la logica dell’Incarnazione è fondamentale”. Approfondendo il ruolo attuale della teologia, mons. Biord Castillo ha aggiunto: “La teologia che ispira Papa Francesco, aiuta a correggere la Chiesa come istituzione. C’è il pericolo della tentazione di allontanarsi dal Popolo di Dio. È necessaria una conversione culturale della teologia latinoamericana, senza slegarsi dal percorso storico del popolo”.
Gli ha fatto eco il gesuita venezuelano Pedro Trigo, membro del centro di ricerca sociale Gumilla di Caracas: “Di fronte al fallimento sia del capitalismo che del socialismo, serve un nuovo progetto di partecipazione fraterna dei popoli, soggetto di una società partecipativa senza esclusione, rompendo dipendenze e assistenzialismo, dove il popolo è agente di sviluppo umano, promotore di liberazione che nasce dal Vangelo”.
Durante una pausa del congresso, il cardinale venezuelano Baltasar Porras, arcivescovo di Mérida, ha spiegato al Sir: “L’elezione del venezuelano padre Arturo Sosa come superiore generale dei gesuiti ha a che vedere non solo con il Venezuela ma con tutta l’America Latina. In Europa e Nord America si è vista l’elezione di Papa Francesco come quella di un parroco buono che non ha molta profondità di pensiero, semplicemente un buon pastore e credo che sia un errore. Francesco ha tutte le virtù della Chiesa dall’America Latina, che sono la vicinanza, la semplicità e la presenza in mezzo ai problemi. Però ha anche le riflessioni che si sono sviluppate dopo il Concilio Vaticano II nel continente”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta da Bogotá al Sir: “Sono molto felice di questo invito a partecipare ai lavori del Gruppo Iberoamericano di teologia. È un percorso di alto livello accademico che coinvolge varie generazioni di teologi con il sostegno della piattaforma della Compagnia di Gesù. I temi affrontati in questo congresso internazionale – che il prossimo anno si riunirà in Messico per la celebrazione dei 40 anni della Conferenza di Puebla – ruotano attorno alla Chiesa in uscita, che pone al centro le periferie geografiche ed esistenziali, sostenendo il percorso di riforma di Papa Francesco”.

“Papa Bergoglio è espressione di una Chiesa emergente in America Latina, che stava maturando con il tempo e che ha fatto una proposta diventata ora universale, a partire dall’opzione per i poveri. La teologia con il pontificato di Francesco è stata rinnovata e rivitalizzata”. Si è espresso così il teologo venezuelano Rafael Luciani, docente di teologia al Boston College, a conclusione del congresso. Interpellato dal Sir per fare un bilancio del congresso, Luciani ha spiegato: “Circa 25 teologi tra vescovi, cardinali e professori, si sono incontrati alla Pontificia Università Javeriana di Bogotá, insieme all’intera comunità universitaria, per riflettere, tra gli altri temi, sulla ‘attuale validità’ della Conferenza di Medellín, sulla ‘opzione per i poveri e la povertà’ e sul ‘volto di una Chiesa autenticamente povera, missionaria e pasquale’”.
Già nel febbraio 2017 – spiega Luciani – la Scuola di Teologia e Ministero del Boston College aveva tenuto il primo Incontro Ispanoamericano di Teologia in cui più di 50 teologi dell’America Latina, della Spagna e latini del Nord America avevano iniziato un percorso di dialogo teologico-pastorale nei contesti iberoamericani.
“A Bogotá – conclude – abbiamo iniziato un percorso triennale con sostegno della Compagnia di Gesù e anche di Papa Francesco, che ci ha ricevuto in Vaticano nel novembre scorso, con l’obiettivo di unire in rete gli sforzi delle Facoltà di teologia di tutto il continente americano. La prospettiva è quella di approfondire il cammino di riforma tracciato da Francesco, anche nell’ottica di collaborazione tra istituzioni teologiche del Nord e Sud del mondo, gettando ponti, come ispira Francesco”

A margine del congresso teologico internazionale, l’ottantaduenne teologo gesuita Juan Carlos Scannone, già insegnante del giovane Jorge Mario Bergoglio ed esponente della corrente teologica chiamata “Teologia del popolo”, ha detto al Sir: “Dobbiamo evitare l’ideologizzazione sia marxista che neoliberale della lotta contro le ingiustizie”. Secondo Scannone, “va valorizzata la scelta di Papa Francesco di rivolgersi ai movimenti popolari, che ha riunito in Vaticano ben tre volte, come protagonisti del cambiamento di strutture inique, universalizzando il messaggio di Medellín. La cultura dello scarto nella globalizzazione neoliberale, si contrappone alla creatività dei movimenti sociali e popolari i quali, attraverso il lavoro comunitario e l’economia popolare, costruiscono la dignità dei popoli, e fanno poesia, come dice Papa Francesco”. “Gli incontri dei movimenti sociali con Papa Francesco sono un’attualizzazione dell’opzione preferenziale dei poveri di Medellín”, conclude Scannone. Il teologo ha presentato al congresso di Bogotá il suo nuovo libro “La teologia del pueblo – Raices teologicas del Papa Francisco”, Edizioni Sal de la tierra, Madrid.
Presente a Bogotá anche il teologo brasiliano Agenor Brighenti, docente dell’Università Cattolica di Paraná, che con il Sir ha ripercorso il significato della Conferenza di Medellín: “Nell’ottica dei poveri, a Medellín, i vescovi si proposero di aiutare a rispondere a quattro sfide principali del Subcontinente: la fede cristiana di fronte al grave fenomeno della povertà, che minacciava la vita di gran parte della popolazione; lo sviluppo di un’azione evangelizzatrice che arrivasse ai settori popolari e anche alle strutture di potere; la promozione di una liberazione integrale, che coniugasse simultaneamente cambiamento personale e cambiamento delle strutture; la promozione di un nuovo modello di Chiesa, autenticamente povera, missionaria e pasquale, slegata da ogni potere temporale”.