Religiose, gli abusi di autorità nella Chiesa
Nel numero de La Civiltà Cattolica di sabato 1 agosto un articolo di p. Giovanni Cucci SJ, scritto anche alla luce della propria esperienza pastorale, si sofferma sulla questione degli abusi all’interno delle Congregazioni femminili. Un tema che finora non ha avuto sufficiente attenzione.
In questo caso l’abuso non assume per lo più la forma della violenza sessuale e non riguarda minori: si tratta prevalentemente di abusi di potere e di coscienza, ma non per questo meno importanti e gravidi di conseguenze rilevanti.
Tali abusi si esprimono in varie forme: la tendenza a prolungare i mandati di governo il più possibile; la manipolazione delle consorelle, spesso provenienti da altri Paesi, e pertanto totalmente dipendenti dalla Congregazione per il proprio sostentamento; la «punizione» dell’abbandono per chi decide di lasciare la Congregazione.
Il problema è diventato così grave che papa Francesco ha deciso di costruire una casa per coloro che, soprattutto straniere, non hanno un posto dove andare. In casi analoghi, infatti, per un sacerdote l’ordinazione e gli studi compiuti rimangono pur sempre una garanzia di trovare un sostegno e una possibilità di incardinazione che sono preclusi a una religiosa.
Anche in questo caso, si tratta di dare voce a chi non ha voce. La grande attenzione giustamente riservata agli abusi compiuti nei confronti di minori non deve impedire di dedicare adeguata cura a queste situazioni, anche se non riceveranno il medesimo clamore mediatico.
