Vivere i voti
Ogni gesuita, sacerdote o fratello che sia, è chiamato a onorare i tre voti di povertà, castità e obbedienza. Tre chiavi fondamentali per comprendere il nostro rapporto con il mondo.
Obbedienza
Con il voto di obbedienza ci si affida al corpo della Compagnia. Contro ogni illusione di autodeterminazione, non sono più io quindi a scegliere cosa e dove svolgere il mio servizio, ma mi metto nelle mani di altri.
Per farlo è necessario crescere nella libertà e nella fiducia, riconoscendo che lo Spirito è colui che veramente guida le nostre azioni e attraverso l’obbedienza ci aiuta a scoprire chi siamo.
Castità
Con il voto di castità camminiamo per essere più liberi nelle relazioni con chi abbiamo accanto. Non si tratta solo di astinenza sessuale fisica, ma di una reale libertà interiore che ci permette di aiutare le persone a trovare ciò che è meglio per loro, senza cadere nella tentazione del controllo.
È il fondamento della gratuità del servizio che ci fa capaci di provare affetto per l’altro senza possederlo, e aiutare le persone a cui siamo inviati a sentirsi amati come il Padre ama.
Povertà
Con il voto di povertà ci rendiamo liberi dal possesso dei mezzi a nostra disposizione e più capaci di vedere, in modo trasparente, le persone a cui siamo inviati come figli del Padre con i quali condividere ciò che siamo.
Non disporre di cose proprie ci permette di non essere legati e frenati nel ministero. La sobrietà di vita che ne emerge ci concede di rimanere fratelli di tutti.
Dopo il crollo del regime anch’io sono andato ad aiutare a ricostruire la nostra chiesetta. Dare forma ad un luogo divenuto una discarica. Quelle pietre hanno segnato la mia vita.
La Compagnia di Gesù
Nel 1540 Ignazio di Loyola fondò la Compagnia di Gesù per aiutare gli altri a cercare e trovare Dio nella propria vita. Dai primi 10 compagni, oggi i gesuiti sono più di 16 mila in 100 paesi. Ogni gesuita è chiamato a vivere i voti di obbedienza, per il bene degli altri, castità, relazioni gratuite, e povertà, puntando all’essenziale.
